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Il nostro amore si declina in tante forme. È nato da una profonda amicizia, si è trasformato in passione e poi, anche per la nostra differenza di età, ha vissuto di assistenza all’altro.

La vita che lei ha condotto per anni, cercando sempre di prendersi tutto quello in cui credeva con pochissimi compromessi, senza la minima cura di se stessa, e con una certa dose di egoismo, me l’ha fatta perdere. Dopo quasi quattro mesi di ricovero ospedaliero e di convalescenza a casa, ha deciso di arrendersi e io l’ho persa per sempre. Non si è spento l’amore per lei, che porto ancora oggi nel mio cuore. Mi sono ritrovato senza la mia ragione di vita. Ho pensato di arrendermi e rinunciare.

Mia figlia, mio padre, i miei affetti me lo hanno impedito. E allora ho scelto di vivere quella vita che avevo sempre mascherato e ho fatto un coming out tardivo, a 52 anni, con tutti. Ho scelto di regalarmi la possibilità di vivere quello a cui a 14 anni avevo rinunciato.

Il problema, enorme, è che a quell’età sei completamente privo di riferimenti e di strumenti per poter uscire fuori. Con il coming out, un uomo che ha vissuto sempre nel mondo etero conquista ciò che avrebbe sempre voluto; ma il mondo gay, fino ad allora, non lo ha vissuto, solo sempre sognato. E dal sogno alla realtà il salto è enorme…

 

Maurizio Marcenaro
©2023 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Vinicius “amnx” Amano / Unsplash

 

Leggi la prima parte del racconto Leggi la nona parte del racconto

 

Un coming out tardivo

Un coming out tardivo © foto di Vinicius “amnx” Amano / Unsplash

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