Skip to main content

Sulle pendici del monte Fuji
è dura, molto dura
la fatica della mia ascesi

Cado e mi rialzo,
con debole foga,
e gentile forza.
Disarmato come un karateka
combatto indifeso,
mi difendo senza combattere;
a volte libero inaspettata violenza,
che col tempo imparerò a controllare.

Arrivo lassù
tra i ghiacciai del monte innevato,
finalmente solo.
Mentre ascolto il silenzio
e ammiro la bellezza del Creato
contemplo la gloria di Dio,
lontano dalla moderna confusione
e dal futile chiacchiericcio della gente comune.
Lassù in montagna, elevo una preghiera che nella quiete sale
verso l’Eterno Padre.

In cima al monte, una croce.
Mi ricorda Cristo crocifisso.
Mi commuove allora Gesù, morto e risorto
per salvarci.
Mentre medito questo mistero
di dolore e di grazia,
si rinfranca il mio animo,
e mi riempio di compassione
per chi si sente perduto.

Ora, pensoso, mi guardo dentro.
Sono ghiaccio e sono luce,
freddo e puro, rifletto il sole, ma sole non sono
e sciogliendomi divento acqua
acqua che scorre,
che diventa vapore,
e come alito salgo nel cielo
verso l’Infinito Spirito.
E infine, mi elevo
verso quel sole caldo che mi accoglie tra le Sue braccia.
Sono freddo e solitario ma amo quel caldo abbraccio,
come, in fondo, tutti gli abbracci sinceri.

Prima di raggiungere il monte Fuji
ero al largo della spiaggia di Kanagawa,
tra minacciose grandi onde di un inquieto mare,
come è come la tormenta che provo dentro me.
Mi sentivo debole, prossimo ad affogare,
a scomparire nel nulla come un comune mortale
in una effimera vana esistenza.
Ma ora, come eroe in mezzo alla burrasca
rimango sereno
e la mia fede in Cristo
calma la tempesta.

Desidererei essere sempre
lucente e cristallino:
in Dio trovare connessione al cosmo,
essere socievole e generoso,
e trasparire di Vera Luce da donare al mondo,
ma nel duro ghiaccio ancora rinchiudo il mio cuore.
Non ho ancora trovato l’arcobaleno
dopo la tempesta,
nella mia nuvolosa volta celeste,
per collegare la mia terra e il mio cielo.
E i miei colori mi rimangono oscuri
e sconnessi tra loro
e solitario
in silenzio soffro.
Sono ferite, lo capisco, col tempo le rimarginerò, forse.
Una voce decisa sussurra:
Apriti all’altro ! Accetta di ricevere affetto e calore.
Troverai tutti i colori della vita
senza più sentirti strano
e sconnesso dalle altre persone.
Felice sarai, se il tuo duro ghiaccio scioglierai.

Una nera durezza.
Il buio mi insegue e io mi oscuro dentro.

Scendendo con fatica dalla vetta, ricomincio a respirare vigorosamente
E percepisco le mie robuste membra e il mio caldo corpo, costituito effimero e mortale,
destinato ad oscura malinconica solitaria sorte.
Con i miei occhi chiari cerco i colori nella immacolata neve,
non li trovo e mi scopro
di sentirmi come un cupo angelo e una fredda anima, rivestito di divina eternità,
che desidera trasparire Luce per la gioia di molte vite.
Guardo lassù nel cielo:
finalmente vedo l’arcobaleno,
una bellissima meravigliosa arcata multicolore
che collega il mare tempestoso al cielo sereno,
che riesce ad illuminare di felicità la mia unica vita.

La Vera Luce mi colora e io coloro attorno.
Un angelo arcobaleno.

Sulle pendici del monte Fuji
ora è piacevole, molto piacevole,
l’avventura della mia discesa.

 

Emanuele Crociani
©2023 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da xilografia La grande onda di Kanagawa di Hokusai

Leave a Reply