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La nuova casa è in una zona periferica della città. Sono cresciuto in un piccolo centro, poi mi sono trasferito in un paesino della riviera ed ora la periferia rispecchia il mio stato d’animo. La casa già arredata non mi permette di sentirla mia, ma anche lì vivrò dei momenti nuovi e di crescita in un’altra delle mie vite.

Ho la mia prima vera esperienza omosessuale. Siamo nell’anno 2000/2001: iniziano le prime chat e incontro un ragazzo che mi ispira. Ci scriviamo e, spinto dalla mia collega e amica, mi convinco per un appuntamento al buio. Lei l’ho conosciuta sul posto di lavoro: sulle prime non ci siamo piaciuti, siamo opposti. Poi ci siamo confrontati e abbiamo trovato stimolante il confronto. È nata una grande amicizia, grande al punto che lei si è accorta della mia omosessualità latente e io non ho negato.

Mi faccio coraggio e fisso l’appuntamento. Cena al ristorante cinese e poi a casa sua. Mi accoglie un’atmosfera fatta di luci soffuse, profumi, musica… e lui che con la sua delicatezza mi fa provare quello che desideravo fin da ragazzo.

Nonostante tutta la magia, non scatta l’amore, né la scelta di appartenere al mondo gay. Ho paura di un mondo che desidero ma non conosco. Da quell’incontro nascerà un’amicizia che dura ancora oggi, dopo venti anni. L’amicizia con la mia collega, invece, si trasforma in desiderio, passione, e nonostante ci separino quattordici anni di differenza, inizia il mio nuovo grande secondo amore e una nuova vita…

 

Maurizio Marcenaro
©2023 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Zane Persaud / Unsplash

 

Leggi la prima parte del racconto Leggi la settima parte del racconto

 

Un appuntamento al buio

© Foto di Zane Persaud / Unsplash

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