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Ho terminato il mio ciclo di studi e nell’estate 1983, oltre che prendere il diploma, inizio la prima relazione seria con quella che poi diventerà mia moglie e la madre della mia unica figlia. È stato un amore puro, fresco come solo a quell’età si possono vivere. Per la prima volta ho fatto l’amore e mi è piaciuto. No, non voglio dire che non avrei preferito avere tra le mie braccia un ragazzo, ma quella parte di me era stata rinchiusa in me stesso. Ho vissuto con passione e trasporto il sesso con lei che era amore.

Da quel momento, la mia vita è diventata la nostra vita ed insieme abbiamo vissuto i tre anni prima di sposarci affrontando tante situazioni familiari pesanti. Questo nostro amore aveva la particolarità di essere un amore grande, condiviso, e quindi invidiato. Abbiamo affrontato tutto e tutto abbiamo superato. Le liti con mio fratello, quelle con i miei che mi hanno portato a uscire di casa. Sono andato a casa dei genitori di lei, ho vissuto con loro.
Ho amato quella casa e quella famiglia più semplice della nostra. Suo padre era un operaio e il mio un impiegato. Entrambe famiglie normali, ma per mia madre che ambiva a salire nella scala sociale era troppo… poco. Dai suoi, per non pesare sul loro bilancio familiare, ho imparato a mettere la carta da parati. Insieme a lei andavamo in autobus, con il tavolo da tappezziere pieghevole e gli attrezzi del mestiere, a lavorare a casa dei clienti. La domenica vendevo enciclopedie nei cinema. Poi ho venduto batterie di pentole porta a porta, ho fatto tanti altri lavoretti, per poi partire a fare il militare… e quello è stato un anno difficile.

Insieme a tutti quei ragazzi, mi sono innamorato più volte di molti di loro, ma non l’ho mai manifestato a nessuno. Ho temuto il nonnismo, ma a parte un paio di innocenti scherzi, è andato tutto bene. Ho avuto paura che la mia maschera non reggesse, lì non avevo le ragazze che mi circondavano e mi facevano invidiare dagli altri maschi. Allora mi è venuta un’idea, mi sono candidato e sono stato eletto rappresentante dei militari. Ho viaggiato fra Roma e Castelfranco Veneto, ho costruito un legame intellettuale con cinque/sei ragazzi che mi ha molto arricchito. Ho conosciuto l’Italia per quello che era in quegli anni. Ho vissuto tanto e quell’anno è finalmente passato ed io sono rientrato, sano e salvo e pronto a sposarmi.

 

Maurizio Marcenaro
©2022 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Jan Abellan / Unsplash

 

Leggi la prima parte del racconto Leggi la quinta parte del racconto

 

Maschere: 4. L’amore per una donna e il servizio militare

© Foto di Jan Abellan / Unsplash

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