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Eh sì, amo i maschi. L’ho detto.
Questa frase è impronunciabile davanti a mia madre. Le darei il dolore più grande. Eppure è quello che provo. Amo il loro corpo, il loro odore, il loro essere uomini.

Al contempo non amo la maggior parte dei modi in cui si esprimono. Non amo il gruppo che creano insieme, lo temo. Non amo il loro essere maschi per stereotipi. Non li amo la domenica che seguono il calcio, né il lunedì che ne parlano. Non amo il branco, i discorsi sulle donne, la loro incoerenza. A fianco della moglie e dei figli, esempi di mariti e padri, per poi essere insieme ad altri maschi la peggiore espressione di loro stessi. Però amo gli uomini, non tutti, ma non odio le donne… anzi, le ammiro.

Da questo momento in poi, ho la consapevolezza di quello che mi renderebbe felice e allo stesso tempo la certezza che non avrò mai questa felicità.
No, non riesco nemmeno a pensarci di affrontare mia madre e deluderla con il rischio di perderla per sempre. Sono un ragazzo che, rispetto a tanti altri, ha la fortuna di avere un genitore comprensivo e dialogante. I miei amici invidiano mia madre, la nostra casa è sempre aperta a loro e, quando vengono, lei li mette a loro agio e prepara delle ottime merende.

No, non posso assolutamente dirle che mi sono innamorato di un ragazzo: ne morirebbe. lo però comincio a stare male, soffro di tremendi mal di testa. La luce mi dà fastidio. Comincia un lungo calvario fra studi medici e ospedali per capire cosa ho. Faccio un numero infinito di esami, parlo con tanti medici. Niente, non trovano niente ma io sto male.

Perdo un anno di scuola e ricomincio il nuovo anno. I mal di testa perdurano, ma sono meno forti. Ho trascorso mesi in camera al buio, con i miei pensieri, con la mia sofferenza. Le motivazioni le ho tenute per me, non le ho confessate nemmeno alla neurologa, lo avrebbe detto a mia madre.

Riprendo a vivere, guardo i ragazzi e sogno. Subisco qualche episodio che oggi definiremmo bullismo. Sono prese in giro, scherno. Incasso e vado avanti, studio, mi relaziono poco, vivo nel mio mondo… la lettura. E lì vivo, vivo altre vite.

 

Maurizio Marcenaro
©2022 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Rach Teo / Unsplash

 

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maschere

© Foto di Rach Teo / Unsplash

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