Skip to main content

Da sempre la Letteratura, con estrema difficoltà, si è potuta accostare dalla parte di coloro che, per convezione dei molti, sono considerati “gli ultimi”: ovvero le minoranze. In particolar modo se quest’ultime si scontrano, come nella maggior parte dei casi, anche con il credo religioso comune. Il caso emblematico lo abbiamo proprio riguardante l’Omosessualità. Infatti la storia di questa minoranza durante i millenni è stata lunga, varia e combattuta.

Partendo dai Greci, nostri avi culturali, possiamo subito riscontrare che la fluidità di orientamento sessuale era più che tollerata, anzi persino declamata in opere sempre eterne.
Si consiglia infatti di accostarsi ai passi dell’Iliade di Omero in cui con estremo affetto e delicatezza si parla dell’amore intimo e sincero che legava il celebre Achille al suo amico e compagno Patroclo. In particolar modo nel passo che racconta l’ingresso in battaglia del primo. A causa di uno sgarro subito da Agamennone, re degli Achei, Achille si era incaponito per non partecipare più agli scontri contro i Troiani, mossa che stava portando ad una serie di rovinose sconfitte da parte dei suoi stessi alleati. Il fiero Patroclo, non potendo sopportare queste gravi perdite, durante la notte decise di rubare le armi e l’armatura del suo compagno Achille e di fingersi lui sul campo di battaglia andando a sfidare Ettore in un faccia a faccia. Nello stesso momento Achille capisce cosa sta avvenendo e si precipita disperato sul campo di battaglia per soccorrere Patroclo. Per quanto a lungo e velocemente corse, non arrivò in tempo e non poté che vedere il suo amico, compagno e amante dilaniato dai colpi mortali di Ettore.
Omero riesce a raccogliere tutto il dolore, la furia e il rammarico che attanagliavano il giovane acheo alla vista di quel macabro spettacolo. La cieca impotenza di fronte alla perdita di una persona a lui così cara; e i passi successivi al combattimento, in cui Achille ottiene il corpo di Patroclo e si ritira nel suo sconforto per preparare la cerimonia funebre, sono struggenti, intimi e viscerali; intensi al punto da far percepire al lettore lo stesso dolore di Achille.
La morte di Patroclo fu proprio il motivo che convinse Achille a combattere e sconfiggere i Troiani, in particolar modo era la vita di Ettore il trofeo a cui ambiva.
E come si sa, gli Achei riuscirono a sconfiggere i Troiani duramente.

Oltre a quanto detto, sono degne di nota anche le varie biografie, a noi pervenute, di uno dei più grandi condottieri ellenici mai esistiti, l’immortale Alessandro Magno.
Si consiglia di leggere da Arriano e Plutarco le cronache reali raccolte nelle Efemeridi in cui si descrive il forte ed intenso legame che intercorse tra il condottiero macedone e il suo amante e compagno Efestione.
Infatti tra i due, cresciuti praticamente insieme sui campi di battaglia, nacque sin da piccoli una forte e intensa amicizia. Più battaglie affrontavano insieme e più forte il legame si faceva, legandoli l’uno all’altro. Ma anche in questo caso la morte violenta di Efestione durante un conflitto armato, fece sprofondare Alessandro in uno struggente dolore. Si narra appunto che anche dopo otto mesi dalla morte del compagno della sua vita, il condottiero fece continuare a costruire grandi monumenti in suo onore e chiese persino ad un oracolo di Zeus di elevarlo a rango di eroe tra gli dei.

Facendo un salto verso Roma e la cultura imperiale, notiamo subito che l’omosessualità aveva uno spazio di normalità e accettazione generale da parte della società. Anzi, non è affatto difficile trovare attestazioni di storici e biografi in cui si narrano pettegolezzi su avventure omoerotiche di imperatori e funzionari statali.
Il più celebre, nonché più esplicito, è il passo del De Vita Caesarum di Svetonio, in cui si legge quale curioso epiteto avesse Giulio Cesare:

«(6) […]marito di tutte le mogli e moglie di tutti i mariti».1

Ma il testo che coronò ufficialmente l’omosessualità come protagonista di critiche e come oggetto portante per creare una satira dissacrante nei confronti della società fu il Satyricon di Petronio.
Anche se non ci è pervenuto integro, sappiamo che narra la vicenda di una coppia di amanti omosessuali, Encolpio e Gitone, che, dopo aver offeso gravemente il dio fallico Priapo, partono per una rocambolesca avventura per tutto il Mediterraneo; tra viaggi, nemici, tradimenti ed inganni.
Cosa avrà spinto mai due ragazzi mantenuti, lascivi e leziosi a fare tutto ciò? Semplice, la grave impotenza che la divinità ha scagliato sul povero Encolpio.
Il passo che più rappresenta la tragicomica avventura dei due giovani, racconta delle assurde e paradossali pratiche erotiche che devono subire ed eseguire, sotto l’ordine di una sedicente sacerdotessa di Priapo, per poterselo graziare nuovamente. I due si troveranno in posizioni e situazioni assolutamente incredibili e davvero estenuanti; al punto da costringerli a fuggire da quelle pratiche più di tortura che erotiche, e darsi alla macchia.

Come abbiamo potuto notare, le nostre radici culturali più antiche sono legate a doppio filo con l’omosessualità, così dimostrando quanto questa non sia affatto un fenomeno strettamente legato al XXI secolo.
Greci e Romani erano più che consapevoli della molteplicità e della mutabilità dell’animo umano, così ne accoglievano le varie sfaccettature e forme; non vi era una discriminazione dei gusti sessuali, ma un voler limitare l’eccesso di promiscuità. L’amore era un dono degli dei per cui non poteva essere criticato o condannato, il continuo cambio di amanti invece era un’offesa morale e sociale dell’individuo nei confronti di chi lo ha allevato, la famiglia, e sostenuto, lo Stato; figurarsi che persino Zeus era perennemente punito e osteggiato da sua moglie Giunone per i continui tradimenti e la spropositata prole illegittima.

Ma non è di certo tutto qui, infatti nei secoli avvenire anche lo status di omosessuale ha avuto delle evoluzioni, sia in bene che in male, che portarono a radicali cambiamenti di visione e di accettazione di coloro che avessero gusti sessuali diversi dalla “norma”. Primo e vero grande spartiacque fu l’avvento del Cristianesimo.
Ma tutto questo sarà affrontato nella prossima parte.

 

Stefano Durante Padalino

1_ Svetonio, De vita Caesarum a cura di A. Perutelli, G. Paduano, E. Rossi, in Storia e testi della letteratura latina, Zanichelli, 2010.

Storia letteraria dell’omosessualità: Il nostro Passato Prossimo

Storia letteraria dell’omosessualità: Il nostro Ieri e Oggi

One Comment

  • Manlio Converti ha detto:

    Sul Minority Stress un fattore di contrasto è la ricostruzione della memoria storica
    Come i miei Reading Historia Gaya ed Historia Lesbia o il Reading di Poesie d’amore gay lesbiche trans

Leave a Reply