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Ricordo che quando scoprii l’esistenza della non-monogamia etica, qualche anno fa, e cominciai a gironzolare nei gruppi a tema che trovai in rete, da una parte sentivo l’interesse ad approfondire quell’idea di triade che percepivo mi appartenesse, ma, allo stesso tempo, provavo ancora molto forte dentro di me la sensazione di unicità di quella relazione di coppia teoricamente apribile che allora stavo vivendo.
C’era poi una sorta di paura di muovere i primi passi al di fuori della cultura monogamica che da sempre conoscevo, che rappresentava una zona di comfort sicura, difficile da lasciar andare, non tanto perché costituisse la norma, una maggiore inclusione o minore discriminazione e possibilità di fraintendimento, quanto proprio per l’idea di avere sempre vissuto in un porto conosciuto, pur non sempre dimostratosi adeguato per me, dal quale partire sarebbe equivalso a levare l’ancora, scoprire cose e persone nuove e quindi, molto probabilmente, non ritornare più indietro, procedendo in un contesto completamente nuovo, dotato di una differente prospettiva, come poi di fatto è stato.

poliamore

Ai tempi, non posso negarlo, la mia ignoranza era tanta, la confusione non era da meno, e dunque mi trovavo nella stessa situazione di persone con cui poi, successivamente, mi sono interfacciato io per primo, con tanti se e ma in ballo, fra cui la domanda:

Ma che cosa si fa agli incontri poliamorosi che vengono ciclicamente organizzati in varie regioni?

Non avevo idea di come rispondermi, non avevo nemmeno il coraggio di espormi ponendo domande, o presentandomi direttamente ad uno di essi, tant’è che al primo a cui mi invitarono, seppur mi trovassi casualmente ad un tiro di sasso dal luogo d’incontro e mi sarebbe bastato allungare un semplice passo per arrivarci, scelsi di non partecipare, continuando a pensare a quella domanda, “ma in che cosa consistono, esattamente?”, intanto che riflettevo su quei luoghi comuni di cui avevo sentito discutere nei gruppi, fin troppo spesso ipotizzati dalle persone esterne: le parole orgia e dating risuonavano insistentemente, portandomi a chiedermi come si potesse pensare che gli incontri consistessero veramente in quello.

A distanza di un anno circa da quel primo invito, qualche mese fa ho finalmente trovato il tempo per andare a toccare con mano le dinamiche in questione, tutte quelle risposte che avevano suscitato la mia curiosità, il mio interesse, e che mi avevano portato, a forza di informarmi e di scavare, a consolidare il coraggio e saper dire apertamente

io sono fatto così, che stia bene o meno alle altre persone non mi importa, e adesso esco dal mio guscio protettivo e vado a vivermi nel mondo.

De* partecipanti all’incontro, avvenuto in Toscana, conoscevo solo l’organizzatore e un paio di persone di sfuggita, ma da subito ho trovato un clima fatto di disponibilità, ascolto ed accoglienza.
Abbiamo preso posto in cerchio in una pineta, eravamo una quindicina, e come prima cosa abbiamo fatto un giro di presentazioni, poche parole per descrivere chi fossimo: “ciao a tutt*, mi chiamo Bleen, vengo da un’altra regione e sono un anarchico relazionale”. Ogni persona era libera di presentarsi come meglio credeva, senza vincoli di contenuti, e questo ha permesso di cominciare a dare voce alla soggettività di ciascun*. Per praticità di dibattito, che quel giorno riguardava il tema dell’amatonormatività e di cui ho scritto un report edito da Rifacciamolamore, ci siamo passat* di mano in mano un riccio di peluche, che indicava i turni e le richieste di intervento, così da non accavallarci e parlarci sopra, permettendoci di ascoltare tutt* in maniera costruttiva. Anche questo è un aspetto che mi è piaciuto molto della giornata, la certezza che chiunque avrebbe avuto il tempo e lo spazio che avrebbe desiderato per esprimersi, senza obblighi né pressioni, nel completo rispetto di ciascuna personalità.
Il tempo è trascorso molto rapidamente, fra botta e risposta e qualche ulteriore domanda per approfondire nozioni che avevano suscitato particolare curiosità ed interesse, dal momento che, all’interno del gruppo, diverse persone erano monogame o semplicemente incuriosite dai contenuti che erano stati pubblicizzati riguardo all’incontro, per cui fin da subito si è dimostrato un clima di apertura e condivisione verso tutt*, a prescindere dalla propria tipologia relazionale, o anche identità, sessualità, orientamento.
Arrivata la fine della giornata, era possibile proseguire gli scambi e la conoscenza con le altre persone uscendo a cena tutt* insieme, ma purtroppo gli impegni mi reclamavano e ho dovuto rinunciare a quella parte della giornata. Tuttavia, durante i saluti di commiato, ho portato con me il piacere del reciproco interesse intellettuale ed il feeling di pensiero riscontrati con due partecipanti, che spero di poter rincontrare presto di persona, al di là dello stare mantenendoci in contatto in contesto virtuale.

poliamore

La consapevolezza di quanto fossero errati quei pregiudizi e stereotipi che tuttora sento dire, riguardo la possibilità che gli incontri non-monogami consistano in orge sfrenate od occasioni miratamente organizzate per del dating, mi ha portato a porre all’organizzatore qualche ulteriore domanda circa in cosa potrebbero consistere e come potrebbero svolgersi, più in generale. I meeting a tema con cerchio di condivisione, quale quello a cui ho partecipato, sono la tipologia più frequentemente organizzata in varie regioni; dapprima viene messo ai voti l’argomento che si vorrebbe trattare, poi si cerca del materiale inerente da leggere e commentare insieme, dopo il giro di presentazioni iniziale. Possono essere fatti anche dei cineforum, con visione di un film scelto sempre per votazione e poi discusso e commentato, degli aperitivi in cui ci si trova a bere qualcosa insieme e chiacchierare a tema libero, principalmente riguardo al poliamore, oppure incontri informali in parchi o in spiaggia, dove mi è stato raccontato che una volta sono anche rimast* a campeggiare, per continuare la socializzazione. A volte vengono organizzati eventi formali con persone esterne, chiamate specificatamente per parlare di un argomento concordato, che potrebbe essere ad esempio le malattie trasmissibili sessualmente (o MTS), la bisessualità od altro.
In base alle regioni, capita poi che si condividano insieme anche attività come andare alle terme, un’occasione per riunire persone che vivono lo stesso approccio relazionale non-monogamico ed interessi in comune.
Le possibilità e sfaccettature che offrono gli incontri organizzati dai gruppi poliamorosi sono molteplici e in grado di soddisfare le richieste e i gusti di ciascuna persona che, anche monogama, abbia piacere a scoprire più dal vivo qualcosa riguardo a queste tipologie relazionali ed alle persone che le vivono e sentono come proprie. Sono occasioni per mettersi in gioco, a confronto, in qualche modo anche in discussione, ascoltando dinamiche, tematiche e prospettive nuove che possono far porre domande magari mai immaginate, che potrebbero interessare molte più persone di quante esse stesse credano.

 

Bleen

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