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Non credo che siano tanti i libri che raccontano storie di persone intersessuali e per questo, malgrado sia ben lungi dall’essere una novità editoriale, ho scelto oggi di segnalarvi Middlesex.

Qualcuno potrà risentirsi per il fatto che abbia, prima ancora del titolo, detto l’argomento del romanzo di Jeffrey Eugenides. Ma, a parte il fatto che il titolo già lascia presagire parecchio -malgrado il titolo sia in qualche modo truffaldino, in questo senso – la prima frase del libro é piuttosto inequivocabile: “Sono nato due volte: bambina, la prima un giorno di gennaio del 1960, in una Detroit straordinariamente priva di smog, e maschio adolescente, la seconda, nell’agosto del 1974, al pronto soccorso di Petoskey, nel Michigan”. E poi, in realtà il libro parla di così tante cose, attraverso un secolo di vicende delle varie generazioni di una famiglia greca, in un periodo compreso tra il massacro turco di Smirne e l’invasione turca di Cipro, che ci vorrebbe un bigino per raccontarlo tutto.

La cosa più interessante, per chi – come me – poco conosce della storia degli studi di genere e di come si sia sviluppato il dibattito sull’intersessualità (che ancora ai giorni nostri viene spesso “riparata” e basta) é che il romanzo affronta anche questi temi, pur non risultando faticoso da leggere per questa ragione.

Però un po’ di fatica si fa, onestamente, nonostante il Pulitzer con cui l’autore è stato premiato. E si deve, secondo il mio modesto parere, a una certa verbosità dell’autore oltre che a un suo fastidioso essere affascinato dal sangue, elemento che ricorre dal mare in cui furono trucidati i greci che avevano appena conquistato Smirne fino alle penultime scene del libro, in cui il protagonista trova la sua dimensione, una volta fuggito dalla famiglia e dal luminare che sembra interessato solo a farne un argomento per i suoi articoli. Questa abbondanza di sangue, che ricorda più un dozzinale film dell’orrore che una saga familiare, e questa verbosità sono elementi che possono allontanare dal libro anche molti lettori volonterosi. Ma se si ha la forza di passarci sopra e di superare questi ostacoli, alla fine si viene ripagati. Pur non essendo un capolavoro della letteratura mondiale, infatti, Middlesex é comunque un libro importante, che merita di essere portato alla fine è che sa dirci qualcosa di non banale sulla quantità di diversità che popolano tutte le nostre esistenze.

 

Michele Benini

[Jeffrey Eugenides, Middlesex, Mondadori 2003, 602 pp. € 15,00]

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