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Ho cercato di rifuggirla sempre, la Solitudine. Non mi piace. Oggi è diventata la mia vita. Non è che sono solo, ma vivo solo – e la solitudine interiore vive in me. Non andiamo d’accordo per niente. È egoista, cerca di prendersi tutti i miei spazi. È sempre pronta dietro l’angolo ad assalirmi. La quotidianità lavorativa la sconfigge, così come i momenti con mia figlia, mio nipote, i parenti e gli amici tutti… tanti, per fortuna.

Ma lei abita in me non appena la mia porta di casa si chiude. Rimaniamo io e lei. È una donna, non giovane, cupa e senza voglie. Una pessima compagnia. La mattina dei miei giorni di festa, appena mi sveglio – e lo faccio tardi – si siede lì, sulla sponda del letto, e mi guarda. Io apro gli occhi e penso alla mia giornata, le cose che devo fare e quelle che vorrei fare. È un po’ che non coincidono più. E lei prova piacere a smontare i miei piani per la giornata.

Sono un uomo gay che sta per compiere sessant’anni. La solitudine mi spaventa. Quando arriva il fine settimana, quello lungo, con festa il sabato, la domenica e il lunedì, mi chiedo: come ne uscirò? Se ci sono gli amici o mia figlia o mio nipote, il tempo vola. Sto bene, ma in un attimo il tempo trascorre e mi ritrovo di nuovo con lei.

la solitudine

© Foto di Frederik Lower / Unsplash

Per anni, per tutta la mia vita direi, i libri sono stati la mia ancora di salvezza. Ora non riesco a riprendere. La solitudine vuole portarmi via anche questo. Ma io non cedo e sono certo che presto riuscirò a sconfiggerla con i libri.

Altre volte incontro uomini e ragazzi. Alcuni soli, altri compagni di mariti o di mogli. Padri, separati, divorziati, etero, bisex, gay. Tante vite, tante storie. Tanto sesso, ma anche tante parole. Lei, la solitudine, mi assalta dopo. Dopo quegli incontri sono ancora più solo, anche se arricchito dalle loro storie, dalle loro vite. Con tanti di loro ci rivediamo, si trovano bene con me. Offro rispetto, educazione e li ascolto. Mi piace, non riesco a farne a meno. Non ho ancora capito se lo voglio veramente. Certo che alla mia età non si può continuare così. Ora sono ancora cercato, piacente, piacevole, ma fra qualche anno…? E con lei, la solitudine, non ci voglio stare.

la solitudine

© Foto di Sasha Freemind / Unsplash

Mi assale anche di notte, quando non riesco a dormire arriva, si sdraia accanto a me e mi toglie il respiro, la prospettiva, la voglia di vivere. Non la voglio, quando siamo insieme la mia capacità di vivere si riduce. I sogni diventano incubi, sudo, mi sento legato fermo immobilizzato. Non voglio lei, questo lo so.

A volte, parlando con gli amici, mi raccontano di un’altra solitudine. È una donna gradevole, sicura di sé, decisa e molto positiva. Allora mi incuriosisco, quella solitudine forse mi piacerebbe. Penso che per arrivare a lei io debba sconfiggere la mia, di solitudine, e poi potrò vivere bene anche da solo.

È un traguardo che voglio raggiungere. Per un uomo gay di sessant’anni è più difficile. Non parlo di discriminazione. Quando dico che la società non è pronta per noi, mi riferisco ai gay della mia età e più. Una volta usciti dalla vita lavorativa, a differenza degli etero, non ci aspetta una vita normale. Non facciamo parte della società, il nostro posto non è stato pensato. Non abbiamo più l’età per frequentare locali e anche sulle chat non siamo più cercati.
Per questo è importante che ognuno di noi trovi la solitudine, quella buona però, e con un po’ di fortuna si potranno apprezzare i regali che la vita ci darà ancora.

Ecco, su questo lavorerò per uscire da questa cupezza e rivedere ancora la luce del giorno.

 

Maurizio Marcenaro
©2023 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Matthew Henry / Unsplash

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