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Il Pompei Campania Pride quest’anno si terrà a Pompei, la famosa cittadina napoletana dal ricco passato storico. La notizia non è stata tuttavia accolta nel migliore dei modi da una parte della cittadinanza, che non ha battuto ciglio nel bollare la parata del 30 giugno come scandalosa ed immorale. I detrattori del Pride pompeiano, prevalentemente cattolici ed estremisti di destra, insistono nel reputare indecoroso il passaggio dei carri nel centro cittadino, dove si erge uno dei punti di riferimento del cattolicesimo in Italia: il Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. Il rifiuto in questo caso ha dunque connotazione religiosa, ma ciò che probabilmente i più non sanno è che uno dei centri di culto più importanti del Bel Paese ha origini pagane e non cristiane. E anche l’antica Pompei aveva una protettrice femminile, nientemeno che la dea Venere.

Chi è Venere?

Venere è la dea romana dell’amore, della bellezza, del desiderio sessuale e della fertilità. Equivalente della famosa dea greca Afrodite, è considerata la madre dei Romani. Divinità dall’animo capriccioso, si narra che Venere nacque dall’unione di Giove e Dione, la ninfa degli oceani. Fu proprio Giove, preoccupato che la grande bellezza della dea potesse generare confusione tra gli altri membri della stirpe divina, a darla in moglie a Vulcano, dio del fuoco dalla sensibile bruttezza. Non appagata da questa unione, Venere ebbe diverse tresche amorose, la più famosa delle quali fu quella con Marte. Una volta scoperta l’infedeltà consumata con il dio della guerra, Vulcano incatenò i due amanti esponendoli alla pubblica vergogna.

La festa in onore di Venere

Il primo aprile nell’antica Roma avevano luogo i Veneralia, i festeggiamenti per Venere e per la sua compagna, Fortuna. In quel giorno, le donne si recavano al tempio della suddetta, pulivano la statua che la raffigurava e la agghindavano con oro e fiori. Successivamente le fedeli si recavano ai bagni pubblici, offrendo incenso a Fortuna e pregandola affinché nascondesse i loro difetti fisici, poco graditi agli uomini. Il rito terminava bevendo una bevanda ottenuta con latte, papavero e miele, la stessa utilizzata da Venere durante le sue nozze con Vulcano. L’intera cerimonia serviva ad ottenere bellezza e personalità.

I vari epiteti di Venere

Il culto di Venere era molto importante non solo per Roma, ma occupava un posto di riguardo in diverse aree geografiche. Ogni popolazione venerava un particolare aspetto di questa divinità, dandole degli epiteti specifici. A Pozzuoli, ad esempio, si osservava il culto di Venus Caelestis, ovvero una Venere dal carattere universale, una sorta di dea suprema. Similmente, a Pompei si venerava Venus Physica, una forza creatrice universale che permea il mondo fisico. La Venus Physica pompeiana si focalizzava su due aspetti della vita quotidiana molto cari agli abitanti della cittadina distrutta dall’eruzione del Vesuvio: il mare e il commercio.

Che sia madre suprema, dea delle acque o della bellezza, Venere è sempre stata considerata madrina dell’amore e della sessualità. Quale modo migliore per onorarla se non dedicarle il Pompei Campania Pride, manifestazione che rivendica l’amore libero per tutti e in tutte le sue declinazioni?

 

Emanuele Longobardi

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