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Ispirato alla saga del maghetto più famoso del mondo, il Quidditch ha deciso di svincolarsi ancora più da Harry Potter. È notizia di pochi giorni fa che l’International Quidditch Association ha deciso di cambiare nome a questa disciplina sportiva. All’inizio, per distanziarsi dalle affermazioni trans-escludenti dell’autrice J.K. Rowling, erano state la lega USQ e la lega MLQ a prendere questa iniziativa. Ma poco dopo, anche la IQA ha deciso di unirsi a loro e cambiare su base mondiale il nome dell’attività atletica, passando da “Quidditch” a “Quadball”. Il nuovo nome, che fa riferimento tanto al numero di palle presenti sul campo quanto al numero di ruoli dei giocatori, è stato creato dalle due leghe che lo hanno proposto.

In realtà, allontanarsi dalle ben note posizioni transfobiche dell’autrice dei libri, non è l’unica ragione per cui è stata presa questa decisione. Il marchio registrato “Quidditch” è di proprietà della Warner Bros. Entertainment Inc., storica compagnia di produzione cinematografica statunitense. Dalle dichiarazioni fatte, si deduce che le limitazioni derivanti da questa situazione sono state un ostacolo alla diffusione ed espansione di questo “magico” sport. Dunque, anche per questa ragione, la federazione internazionale ha scelto di passare al nome proposto dalle due leghe, proprietarie del trademark “Quadball”, con le quali si aspetta di firmare un contratto di concessione per l’uso del termine.

© Foto di italiaquidditch.com

© Foto di italiaquidditch.com

Ma esattamente, cos’è il Quidditch?

Tanto nella serie di romanzi quanto nei film, il Quidditch è lo sport preferito dagli abitanti magici del mondo della Rowling. Tutti i maghi sono smaniosi di competere in questa attività agonistica a bordo delle loro scope volanti. Purtroppo, vista la nostra natura di babbani, ossia di persone senza poteri magici, per poter trasportare il Quidditch nella real life è stata necessaria una rielaborazione delle norme.

Nel 2005 un gruppo di studenti del Middlebury College, in Vermont, ha dato il via a quello che si convertirà in un vero e proprio fenomeno sportivo nel decennio successivo. Secondo la IQA, si calcola che al giorno d’oggi questo sport è praticato in circa 40 nazioni da 600 squadre diverse.

Ciò nonostante, per chi ancora non conosce il Quidditch, cercheremo di spiegarvi brevemente come funziona. Si tratta di un gioco relativamente complesso, ma per darvi un’idea, questa attività agonistica è un mix tra rugby, pallamano e dodgeball. Ogni squadra dispone di sette giocatori in campo, che non potendo librarsi in aria, sono tutti accomunati da una difficoltà: muoversi sempre a cavalcioni di un palo di PVC, come fosse una scopa.

Detto questo, ci sono i cacciatori, che cercheranno di entrare in possesso della pluffa (un pallone da pallavolo) per fare gol nei tre anelli dell’area avversaria. Ci sono i battitori, che cercheranno di tenere sotto controllo i tre bolidi (palle da dodgeball), per respingere gli avversari nella loro area. Ed infine i portieri, che sono i responsabili della difesa degli anelli.

I cosiddetti cercatori, invece, entreranno in campo solo al diciottesimo minuto, per cercare di staccare il boccino d’oro dalla schiena di un arbitro vestito di giallo. Una volta che viene acchiappato il boccino, si determina se c’è un vincitore o bisogna continuare per lo spareggio.

© Foto di italiaquidditch.com

© Foto di italiaquidditch.com

Perché è uno sport gender inclusive?

Come detto in precedenza, questo cambio di nome è stato dettato da due necessità: una di natura pratica e l’altra più legata a un aspetto morale. Ed è proprio sulla seconda che vogliamo soffermarci.
Premesso che si tratta comunque di una competizione sportiva, dove tutti cercano di portare a casa la vittoria, l’obiettivo primario resta il divertimento e non la rivalità. In poche parole, quello che si cerca di costruire è uno spazio protetto e familiare, dove non esistono categorie disgiuntive.

La prerogativa del Quidditch è proprio l’inclusione dell’atleta, a prescindere dalla sua forma fisica, dal suo orientamento, dal suo genere o dalle sue circostanze personali. Per esempio, una condizione che contribuisce a creare un ambiente inclusivo, uguagliando i giocatori con la stessa limitazione, è la difficoltà della “scopa”. Ma nello specifico, ciò che davvero fa sì che nessuno si senta escluso, ciò che differenzia il Quidditch dagli altri sport, sono le sue norme di gioco. Per esempio:

  1. Il divieto di usare una forza troppo aggressiva. Nessun giocatore dovrebbe sentirsi intimorito, poiché la tecnica è la chiave dei placcaggi e delle cariche.
  2. Qualsiasi gesto o termine usati per offendere un altro giocatore saranno considerati un comportamento antisportivo sanzionabile.
  3. Per poter giocare una partita è obbligatorio che ogni squadra non abbia più di quattro giocatori dello stesso genere in campo.

Per questa ragione il Quadball, chiamiamolo già col suo nome, fa parte delle discipline sportive più progressiste al mondo in quanto a inclusività o parità di genere. Di conseguenza, prendere la decisione di cambiare nome, è stata una svolta indispensabile per mantenere questa nomea e tutelare lə atletə transgender che fanno parte di questa famiglia sportiva.

© Foto di Brenda Flores su Pixabay

© Foto di Brenda Flores su Pixabay

Perché c’è bisogno di parlare e appoggiare il Quadball ovvero Quidditch?

Visto il dibattito gender-fobico suscitato dalla partecipazione di Laurel Hubbard alle scorse Olimpiadi. Visto il coraggio di molti atleti come Josh Cavallo, Giorgia Sottana, Caster Semenya o l’oro olimpico Tom Delay. Ma soprattutto, visto che negli ultimi anni con le temperature si sono alzate pure alcune correnti di pensiero reazionarie e intolleranti. Ci sembra corretto apportare il nostro granello di sabbia alla causa. Giocare a Quadball significa soprattutto aprire la mente: superare i pregiudizi culturali per abbracciare il rispetto e la tolleranza. Il trucco per riuscirci? Non farsi troppe domande e andare a provare questo avvincente sport.

Qui vi lasciamo il link dell’associazione italiana per maggiori informazioni: ITALIA QUIDDITCH (link)

 

Giovanni Turco
©2022 Il Grande Colibrì
immagine: foto di Rubén Salvador-Clavell

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