Skip to main content

BOOOOM! L’hai detto. Sei fuori dall’armadio. E ora che succede? La casistica è praticamente infinita, ma proviamo a buttar giù un elenco delle situazioni più comuni che potresti trovarti a fronteggiare.
Intanto, una premessa (e spero proprio che tu legga questo capitolo prima di dichiararti! Tieni a freno l’entusiasmo almeno fino alla fine della guida!): non sopravvalutare i tuoi familiari. Con gli amici, e a volte con i fratelli, è un po’ diverso, ma i genitori e i parenti…beh, loro ti hanno cresciuto. Hanno un ruolo di responsabilità e autorità nei tuoi confronti. Tu non sei uno qualsiasi, non sei il vicino di casa, sei il loro bambino. Perciò non sorprenderti se anche i genitori più liberali e aperti del mondo, quelli che non hanno battuto ciglio davanti alla sbandierata omosessualità di un tuo compagno di classe, rischiano l’infarto quando vengono a sapere della tua. Hanno bisogno di tempo. Il coming out per loro è difficile almeno quanto lo è per te.

Mi piacerebbe che nella lista che segue ci fossero più reazioni positive, ma purtroppo, per quante testimonianze abbia cercato online, le principali risposte ricadono sempre nello schema che trovi qui sotto. Mi raccomando, non farti abbattere! Come ti ho detto, dovrai sopportare un temporale (o un ciclone!) ma poi, quasi sempre, tornerà il sole!

– “L’abbiamo sempre saputo”: Ah, rassicurante. In un certo senso è quel che tutti vorremmo sentirci dire. I tuoi genitori, o chi per loro, non sono sorpresi che tu sia gay. Possono essere contenti che tu abbia avuto il coraggio e la fiducia di dirglielo oppure dispiacersi del fatto che le loro ultime speranze di essersi sbagliati siano appena colate a picco, ma in ogni caso non devi avere a che fare con il loro shock. E se fino ad ora, nonostante i sospetti, tu sei andato bene così, allora sanno di poter continuare a vivere tranquillamente. Probabilmente la tua vita non cambierà poi molto, ma almeno adesso puoi portare a casa il/la tuo/a fidanzato/a! 😉 Comunque, non prendere sotto gamba quel che hai appena fatto. Forse non sono sorpresi, ma devono comunque adeguarsi alla tua dichiarazione: non abbandonarli. Aiutali a capire chi sei, che sentimenti provi e parla loro della tua vita sentimentale, dei luoghi e delle persone che frequenti. Non lasciarli soli con i loro dubbi.

– “Non è vero, non sei gay”: Questa reazione è una delle più comuni forme di rifiuto e può articolarsi in tanti modi: le persone a cui ti sei appena dichiarato possono cercare di convincerti che è solo una fase, che sei confuso riguardo alla tua sessualità, che stai subendo l’influenza negativa di qualche amico o serie televisiva. Potrebbero proporti di visitare uno psichiatra, il che non è necessariamente un male, perché un medico confermerebbe soltanto quello che già sappiamo: che il tuo orientamento sessuale o identità di genere non è una malattia e che loro hanno soltanto bisogno di tempo e di fatica per cambiare la loro opinione al riguardo. Capisco che il tuo impulso è quello di reagire con rabbia: hai fatto tanta fatica per trovare il coraggio di ammettere che sei gay, prima con te stesso e poi con loro, e adesso vengono a dirti che non è vero? Ma attenzione! In questo momento le persone con cui stai parlando sono scioccate, è un’eventualità che dovevi prendere in considerazione. Anche se non ti fa piacere startene seduto al tavolo della cucina a sentirti dire che loro conoscono meglio di te la tua sessualità, sforzarti di fare buon viso a cattivo gioco. Mantieni la calma, lasciali parlare. Se i toni si scaldano troppo, esci e concedi loro un paio d’ore per riflettere e calmarsi. Devi convincerli ad ascoltare quel che tu hai da dire, con dolcezza ma con determinazione. Per indicazioni più precise, vai al capitolo successivo della guida, quello rivolto ai familiari e amici.

– “Cosa vuoi per cena?”: Forse la reazione più frustrante in assoluto. Tu ti impegni tanto per arrivare coraggiosamente a mettere un piede fuori dall’armadio e la persona a cui ti dichiari ignora completamente quel che dici, affetta da un improvviso e imprevedibile attacco di sordità temporanea. “Mamma, papà, sono gay.” “Ti va bene il pollo arrosto?” Come si fa a fare coming out se l’altro non ti ascolta? Senza dubbio è difficile. Ma questa reazione non significa che davvero i tuoi (o chi per loro) non ti abbiano sentito o ascoltato. Sono semplicemente troppo sconvolti e spaventati per fare i conti con quello che hai appena detto. Anche se ci vuole uno sforzo sovrumano, cerca di avere pazienza: lascia perdere il discorso. Ci penseranno su, rifletteranno, ne parleranno fra loro. Forse, nella migliore delle ipotesi, riprenderanno essi stessi l’argomento quando si sentiranno pronti. Probabilmente invece dovrai essere tu a parlarne di nuovo, dopo un po’ di tempo. Prova soltanto a ricordare che si tratta di una reazione standard, molte persone l’hanno avuta e poi alla fine sono riuscite a venire a patti con la realtà.

 “Non voglio saperne niente”: un’altra dolorosa variante del rifiuto. Ma come non vuoi saperne niente? Io invece voglio dirtelo! Voglio che tu partecipi alla mia vita, che tu sia dalla mia parte! Non è semplice. Purtroppo non puoi obbligare qualcuno a prendere in considerazione le tue parole. Come nei casi precedenti, sforzarti di mantenere la calma e ricorda che una prima reazione così brutta non necessariamente è destinata a non cambiare ed evolversi nel tempo. Lascia ai tuoi il tempo di sbollire e torna sull’argomento dopo un po’ di tempo.
Questi che ho presentato qui sopra sono tra i casi peggiori che possono capitare, ma anche i più frequenti. Non abbatterti, se ti succede. Pensa: quanto tempo ci hai messo per deciderti a fare coming out? Se ci è voluto così tanto a te per accettare quel che sei, puoi davvero pretendere che ai tuoi cari basti qualche minuto? Hanno bisogno di tempo. Stai loro vicino e, qualsiasi cosa ti dicano, rispondi ricordando loro che tu sei la stessa persona che eri ieri. Ti hanno amato fino a ieri, potranno continuare ad amarti, tu non sei cambiato. Lo so che non è semplice parlare così, credimi, ma ne vale la pena.

– “Dove ho sbagliato?”: Altra reazione molto diffusa tra i genitori, quasi onnipresente. Può manifestarsi anche in un secondo momento, perché fa parte dell’elaborazione della notizia che hai dato. Alcune varianti possono essere: “Lo stai facendo per punirmi?” I tuoi devono dare la colpa a qualcuno: a se stessi o a te (o a entrambi, in ordine casuale). Adesso devi impegnarti per spiegare che non c’è nessuna colpa e che non vuoi punire nessuno, che si tratta solo di un tuo modo di essere. Non c’è una causa scatenante e allo stesso modo non c’è un rimedio, ma soprattutto non si tratta di qualcosa a cui tu vuoi o pensi di dover rimediare.

– “Non dirlo a nessuno”: Sembra brutto, ma in alcuni casi la prima cosa di cui i tuoi si preoccupano sono le reazioni degli altri. Dei parenti, degli amici, dei vicini di casa. “Cosa penserà la gente?” Adesso non darti delle arie dicendo che tu sei al di sopra di questi pettegolezzi: chi è che non si preoccupa davvero del giudizio degli altri? I tuoi non hanno soltanto paura per la propria reputazione ma anche per te. Pensano che il tuo orientamento sessuale ti renderà vittima o bersaglio di bullismo, pregiudizi e difficoltà. Nessun genitore vuole una vita dura per suo figlio. Anche se magari lo hai già detto al mondo intero, rassicurali. Spiega loro che non stai cercando di metterli in cattiva luce e che tutto quel che vuoi è che continuino ad amarti come prima.

– “Fuori da questa casa!”: Anche detta la Sfuriata, quella che un po’ tutti ci aspettiamo e che in pochi ricevono davvero. I tuoi genitori o chi per loro danno di matto, lanciano piatti, si strappano capelli. Piangono e gridano. Parlano di peccato, di immoralità, ti chiedono se hai già contratto qualche brutta malattia o quanti partner sessuali hai contemporaneamente. Drammaticamente ti ordinano di fare i bagagli e dicono che non hanno più un figlio (alcuni possono arrivare a maledirti fino alla settima generazione). Non ci crederai, ma questa reazione non è poi così terribile: almeno, i tuoi cari hanno tirato fuori la loro rabbia e sorpresa per quel che hai detto loro. Significa che perlomeno lo hanno recepito e hanno persino compreso l’enorme cambiamento che questo può significare per te e per loro: è un primo passo. Il consiglio è di lasciar sfuriare la tempesta, non perdere la calma, schivare i piatti che ti stanno lanciando e permettere loro di sfogarsi. Quando si saranno calmati e avranno raccolto tutti i cocci da terra, forse se la sentiranno di tornare sull’argomento, ma ti conviene aspettare un po’ di tempo. Nel frattempo comportati normalmente: non rispondere al dramma col dramma, non fare le valige, non dichiararti orfano. Dimostra loro che sei la stessa persona che eri prima. Se vedono che tu vivi tutto questo con la massima serenità possibile, saranno inclini a fare lo stesso, presto o tardi.

Noi ti amiamo e vogliamo solo che tu sia felice”: Il sogno. I tuoi familiari o amici ti guardano comprensivi, sorridono, ti abbracciano e ti ripetono che per loro non cambia niente. Che il/la tuo/a fidanzato/a sarà sempre il benvenuto a casa, che sono felici che tu abbia trovato il coraggio di informarli e che sei sempre la persona che amano. E poi di solito suona la sveglia.
Nah, scherzo. Esistono queste persone meravigliose, anzi, a dire il vero la maggior parte degli amici e dei fratelli reagiranno proprio così, magari risparmiandosi il discorso sdolcinato e passando direttamente ad un: “E che mi importa se sei gay? Andiamo a prenderci un gelato!” Queste sono le persone su cui puoi davvero contare.
Ma attenzione! Non per fare la guastafeste, però non fidarti troppo di queste reazioni da manuale. Può darsi che un primo impatto positivo e tranquillo nasconda uno shock, in altre parole forse fulmini e saette sono solo rimandati. Ringrazia i tuoi cari e mostra loro quanto sei grato del loro appoggio. Fai sentir loro la tua vicinanza. Se a un certo punto, a scoppio ritardato, dovesse esplodere la bomba, sarete in grado di affrontarla insieme.

Quella che hai appena letto è una sintesi delle più comuni reazioni al tuo coming out: ti serve per essere preparato a quel che ti aspetta. L’argomento non si esaurisce qui e il modo in cui tu e i tuoi familiari potrete affrontare un nuovo percorso insieme è ampiamente trattato nella seconda parte della guida, rivolta direttamente a loro (che però anche a te consiglio di leggere). Per adesso sappi solo che, anche se ti sei sentito dire cose brutte, dolorose, orribili, non devi vergognarti e non devi pentirti. Non prendertela con i tuoi per le loro parole: sono ancora sconvolti e davvero non pensano tutto ciò che dicono. Ma, ehi, le cose cambiano, no? 🙂
Infine, devi essere attento a trovare un equilibrio tra quel che tu vuoi dire e quel che loro vogliono sapere: è essenziale che tu dia loro delle informazioni su un mondo che non conoscono e che li spaventa, altrimenti continueranno a ragionare per stereotipi, ma è importante anche che tu non rovesci addosso ai tuoi familiari tutto quanto in una botta sola, altrimenti li sommergerai di confusione e paura. Insomma, è una bella faticaccia, ma dovrai sostenere e aiutare le persone che ami affinché loro possano imparare a starti vicino.
Adesso che hai affrontato il momento cruciale della prima reazione, nel prossimo capitolo vedremo di intraprendere insieme un percorso che porterà i tuoi cari alla graduale comprensione e accettazione di quel che hai finalmente confessato loro.

(segue da una prima parte)

 

Cartoons by: Cloud