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Un nuovo anno scolastico è da poco iniziato, suscitando varie riflessioni sull’importanza educativa della scuola e la necessità di renderla più inclusiva, in particolare per le persone LGBTIAQ+. La scuola getta le fondamenta del sapere (acquisito attraverso la teoria), del saper fare (conoscenze pratiche) e soprattutto del saper essere (consapevolezza di sé). Non si tratta solo di memorizzare formule, analizzare brani letterari o discutere su alcuni temi, ma di acquisire competenze importanti, come:

  • la socializzazione: spesso la scuola è il primo ambiente in cui si fanno amicizie, si interagisce con adulti esterni alla famiglia e si affrontano controversie; ogni insegnante ha il compito di incoraggiare dinamiche sane e contrastare il bullismo, così da far acquisire le capacità necessarie per far parte della società;
  • l’autostima: l’apprendimento fa crescere la fiducia nelle proprie capacità; bisogna celebrare i progressi, facendo capire che anche gli errori fanno parte del processo, affinché ogni studentə costruisca le basi di una sana autostima che porti a essere meno soggettə a sfruttamento e problemi ansiosi;
  • il pensiero critico, essenziale in qualsiasi materia per assorbire i contenuti, formare le proprie idee ed esprimersi; ragionando con la propria testa, si impara a comprendere il mondo che ci circonda;
  • sviluppare obiettivi: studiando varie materie ogni studentə ha modo di scoprire i suoi interessi e le sue predisposizioni, e con il supporto di insegnanti impara a coltivarli e a indirizzarsi verso un lavoro;
  • costruire comunità, in cui insegnanti, studentə e genitori/caregiver interagiscono tra loro per creare un ambiente in cui tuttə possano sentirsi liberə di essere sé stessə; sentendosi supportatə, ogni studentə si sentirà parte di qualcosa in cui riconoscersi, andando a scuola più volentieri e riproducendo le dinamiche sociali apprese per costruire una comunità inclusiva.

Per fare tutto ciò, la scuola deve diventare un ambiente dove tutte le diversità vengono valorizzate e tuttə abbiano pari possibilità di crescere in un sistema equo e coeso.

© Foto di Matese Fields, da Unsplash

Educazione inclusiva in Gran Bretagna

Nel 2018 la Scozia è stata la prima nazione a introdurre a scuola materie riguardanti la comunità LGBTAIQ+ e l’inclusività, grazie al Ministro dell’Istruzione John Swinney: i temi trattati sono: terminologia e identità LGBTAIQ+; omofobia, bifobia, transfobia e lotta contro i pregiudizi; conoscenza della storia dei movimenti arcobaleno. Questa azione è avvenuta in risposta ai crescenti casi di bullismo a scuola che causavano malessere psicofisico a studentə LGBTQIA+ e portavano a un alto livello di abbandono scolastico.
L’educazione inclusiva ha dato i suoi frutti, tanto da far impennare i consensi in Gran Bretagna per la sua introduzione a scuola: secondo un sondaggio pubblicato nel 2019, il 94% dei genitori era favorevole e considerava responsabilità della scuola promuovere l’inclusione LGBT. Il successo ottenuto ha portato all’adozione del Relationships Education, Relationships and Sex Education (RSE) and Health Education in Gran Bretagna, secondo cui le scuole devono integrare nel programma ore dedicate alla conoscenza e alla sensibilizzazione riguardo il mondo LGBTQIA+ e l’inclusività.

© Foto di Zachary Nelson, da Unsplash

Situazione italiana

L’Italia non prevede neanche l’educazione sessuale che è materia presente in molti Stati membri dell’EU. Come abbiamo visto con l’affossamento del DDL Zan, le leggi riguardanti la comunità LGBTQIA+ vengono ostacolate da associazioni e partiti che ne hanno fatto il loro cavallo di battaglia, convinti di bloccare il diffondersi della cosiddetta teoria gender (che non esiste, come sottolineato dall’Associazione Italiana Psicologi).
Eppure, i numeri parlano chiaro sugli atti di bullismo subiti da studentə arcobaleno: studi condotti già nel 2010 mostravano che l’81% degli studenti LGBTQIA+ aveva subito frequenti aggressioni verbali, il 38% minacce di violenza, il 16% molestie sessuali, il 15% aggressioni fisiche e il 6% aggressioni con un’arma. Basta guardare i recenti fatti di cronaca (ragazzə cacciatə di casa, discriminatə sul posto di lavoro o a scuola, e persino per strada), per comprendere l’urgenza di azioni concrete per fermare crimini d’odio che potrebbero essere drasticamente ridotti, com’è avvenuto in Gran Bretagna.

Cosa potrebbe fare la scuola

Indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità e/o espressione di genere, ognə studentə ha diritto a un ambiente di apprendimento sicuro e di supporto: la scuola può e deve agire per garantirlo. Le seguenti misure sarebbero a parer mio utili allo scopo:

  • Creare spazi sicuri: uffici di consulenti, aule designate o organizzazioni studentesche, in cui giovani LGBTQ+ possano ricevere supporto da insegnanti e altro personale scolastico.
  • Fornire allə insegnanti risorse e sviluppo professionale continuo su questioni LGBTQ+: sui modi per discutere di argomenti LGBTQ+, sui termini che le persone LGBTQ+ usano per identificarsi (quindi anche l’uso corretto dei pronomi); tutto ciò porta a risultati scolastici positivi, come una maggiore frequenza scolastica.
  • Lavorare con genitori e famiglie, fornendo loro informazioni sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, su associazioni LGBTQIA+ e sul percorso di affermazione di genere per persone transgender e non binarie.
  • Bagni genderless e carriere alias: consentire l’utilizzo libero dei bagni senza una separazione di genere che discrimina le persone transgender e non binarie1. La carriera alias è un altro modo per salvaguardare il benessere psicofisico di chi non si riconosce nel genere assegnato alla nascita, poiché permette di avere un nome di elezione che è l’unico visibile a tutti i servizi didattici di docenti e studentə.

Fortunatamente varie scuole si stanno attivando per essere più inclusive, ma ancora c’è molta strada da fare. È compito di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, dare a ogni studentə la possibilità di vivere in un ambiente di studio sereno, attento alla tutela della privacy e della dignità dell’individuo, idoneo a favorire rapporti interpersonali improntati alla correttezza e al rispetto reciproco della libertà e dell’inviolabilità della persona.

 

 

Samuel Nava
©2022 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Iurii Krasilnikov da iStock

 

1. Sul sito “Bagni inclusivi in Italia” è possibile trovare scuole e università con bagni gender free

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