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Quelli che “la maternità surrogata è una barbarie” pensano che le donne non sanno decidere.

Discutere di gravidanza per altri e altre “è complicato e richiede un’elaborazione onesta, laica e collettiva”, scriveva qualche anno fa Giulia Siviero su Il Post tentando, beata lei, di “ragionare con serenità” sul tema.

Con “gravidanza per altri” si intende un percorso di fecondazione medicalmente assistita durante il quale una donna porta avanti una gravidanza per un’altra persona o per una coppia. Benché purtroppo assai diffusa, la definizione di “utero in affitto”, tanto cara ai detrattori, resta fortemente offensiva: viene meno pensiero, relazione, consapevolezza e libera scelta, ed è pertanto incivile e assolutamente da respingere.

In Italia, la gravidanza per altri e altre è ancora vietata dalla Legge 40/2004. Divieto censurabile sia da un punto di vista giuridico, sia da quello etico, data l’evidente violazione di diritti costituzionalmente riconosciuti, come il diritto alla salute, all’uguaglianza, alla famiglia e soprattutto all’autodeterminazione.
Il divieto sino ad oggi è limitato al territorio italiano: le persone che si recano nei Paesi in cui la gravidanza per altri e altre è consentita non sono perseguibili secondo giurisprudenza. Lo scorso aprile, dimostrando una drammatica insensibilità verso una vasta realtà di famiglie a cui dare risposte urgenti e giusti riconoscimenti, la Commissione Giustizia della Camera ha adottato come testo base una proposta di legge che vuole la gestazione per altri e altre “reato universale”, cioè atto illegale anche quando la procedura ha luogo all’estero.

La proposta è stata presentata dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, oggi Presidente del Consiglio, la quale ha definito l’adozione del testo come “un primo importante passo”, ritenendo la maternità surrogata

“una pratica atta a trasformare la vita in una merce e a umiliare la dignità delle donne”

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio © Foto di NurPhoto / Getty Images

Meloni non perde occasione per ribadire il suo impegno in questione e ha trovato supporto incondizionato da parte di tutto il suo partito, del resto del centro destra e di parte del gruppo misto, ma anche di certi dubbiosi dello schieramento opposto. Per non parlare degli ambienti vaticani e di certo femminismo, realtà in cui il dibattito sulla gravidanza per altri e altre è polarizzato, aggressivo e oggetto di strumentalizzazioni, carico all’inverosimile di fantasmi ideologici. Anni fa, il dibattito si era acceso proprio nel momento in cui era in discussione la legge sulle unioni civili, con un attacco fortissimo da parte delle componenti più conservatrici della società, destre estremiste e chiesa cattolica: hanno fatto ricorso ad argomentazioni omofobiche ottenendo la cancellazione del testo della step child adoption, danneggiando così la situazione dei figli e delle figlie delle coppie arcobaleno.

Oggi, il testo della Commissione Giustizia prevede sanzioni “anche se il fatto è commesso all’estero”, ma non è chiaro se le sanzioni si limitino ai cittadini italiani che si recano in un altro Stato o tocchino tutte le persone a prescindere dalla cittadinanza. Secondo Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, questa ambiguità contribuisce a rendere il testo “privo di fondamento giuridico”, anche perché non fa i conti con il diritto internazionale.

© Foto di Senjuti Kundu / Unsplash

Finora la legge 40 del 2004 prevede sanzioni e responsabilità, ma non dice nulla riguardo il destino dei figli. Se dovesse passare la proposta di modifica verso il reato universale, le cose diventerebbero ancora più vaghe per le difficoltà, se non per l’impossibilità di applicazione. Si spalancherebbe, allora sì, la porta ai percorsi illegali e agli abusi. Secondo Ida Parisi, avvocata specializzata in Diritto di Famiglia e Procreazione Medicalmente Assistita, l’approvazione della proposta

“inciderebbe negativamente sui diritti dei minori che verrebbero allontanati dai genitori d’intenzione invece di essere tutelati nel rapporto genitoriale con questi ultimi e potrebbe poi dar vita a situazioni di clandestinità che comporterebbero abusi, sfruttamenti e pregiudizi per tutti i soggetti coinvolti”.

Nelle diverse legislazioni nazionali, la gravidanza per altri e altre può essere assolutamente vietata, o consentita come fatto solidale, a titolo gratuito prevedendo un rimborso spese. Nei Paesi in cui è legalmente consentita, la gestante non è mai considerata giuridicamente genitrice: la legge, infatti, stabilisce siano genitori a tutti gli effetti esclusivamente i genitori “intenzionali”. Per i Paesi che consentono e regolamentano la gravidanza per altri e altre, va inoltre distinta la possibilità di farvi ricorso per le coppie di persone dello stesso sesso e di sesso diverso. La Commissione europea ha affermato che la gravidanza per altri e altre rientra nelle competenze esclusive dei singoli Stati membri, che devono legiferare a livello nazionale e garantire che i diritti fondamentali siano tutelati.

Per i figli e le figlie in arrivo, per le gestanti e le coppie che decidono di fare questo percorso, è necessario e urgente un quadro di definizione. In Italia, nel 2021 è stata depositata alla Camera dei deputati, ma mai discussa, una proposta di legge per una regolamentazione della gravidanza per altri e altre nella forma esclusivamente solidale. Il testo, a prima firma della deputata Guia Termini, è stato elaborato da Filomena Gallo in collaborazione con numerosi esperti ed esperte e altre realtà associative e sindacali, e condiviso anche con persone che hanno fatto ricorso al percorso di gravidanza solidale o commerciale all’estero.

© Foto di Janko Ferlic / Unsplash

La gravidanza solidale e altruistica, dice la relazione introduttiva, “rappresenta una soluzione per i soggetti singoli ovvero per le coppie che, a causa della loro sterilità e/o infertilità, non possono intraprendere una gravidanza ovvero non riescono a portarla a termine, per ragioni medico-fisiologiche o situazioni personali, di carattere psicologico o sociali, oggettivamente valutabili”. Un esempio sono le donne nate con la sindrome di Mayer Rokitansky Kuster Hauser, tecnicamente fertili, ma prive di utero; un altro esempio sono le coppie di persone dello stesso sesso, in particolare le coppie di gay, ma sono soprattutto le coppie tradizionali a ricorrere a queste tecniche.

 

Maria Gigliola Toniollo
©2023 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Janko Ferlic / Unsplash

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