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Il mondo classico appare ai più come un’epoca lontana e culturalmente distante dalla nostra, eppure dalle testimonianze che giungono fino a noi si dimostra essere un periodo storico ricco di connessioni con la modernità. Come per la vita di Eliogabalo, un imperatore romano giudicato dai suoi contemporanei come eccentrico, decadente, depravato e fanatico (Michael Grant, Gli imperatori romani. Storia e segreti, Roma, 1984).

Di origini siriane, Eliogabalo fu nominato imperatore a soli quattordici anni. Era un alto sacerdote della divintà solare El-Gabal e in quanto tale tentò con tutte le sue forze di sostituire la vecchia religione con la sua. A scandalizzare i romani fu il suo matrimonio con Aquilia Severa, che essendo una sacerdotessa della dea Vesta non poteva tradizionalmente convolare a nozze. Inoltre, per ricoprire a tutti gli effetti la sua carica religiosa, Eliogabalo si fece circoncidere e costrinse i suoi collaboratori a fare altrettanto, obbligando i senatori a guardarlo danzare attorno all’altare del Sol Invictus al suono di cimbali e tamburi [Erodiano, Τῆς μετὰ Μάρκον βασιλείας ἰστορίαι (Ab excessu Divi Marci)].

L’elemento forse più discusso di Eliogabalo era ed è il suo orientamento sessuale. Per l’imperatore, evidentemente sotto l’influsso delle culture orientali, religione e sessualità si miscelavano sapientemente, divenendo un tutt’uno. La società romana dell’epoca non comprese questa particolarità, bollando le pratiche di Eliogabalo (che andavano dalle orge, ai rapporti omosessuali fino alla prostituzione) come stravaganti e scandalose.

Oltre alla già citata Aquilia Severa, Eliogabalo ebbe altre quattro mogli, da cui divorziò. Stando alle parole del senatore Cassio Dione, tuttavia, la sua relazione più duratura la intrattenne con Ierocle, uno schiavo biondo proveniente dalla Caria che soleva chiamare “marito” (Cassio Dione, Historia Romana). Quella con Ierocle non è stata però l’unica relazione omosessuale dell’imperatore: la Historia Augusta riporta che Eliogabalo sposò un atlea di nome Zotico con una pubblica cerimonia nella capitale.

Il senatore Dione ci fornisce altresì diversi dettagli sul suo stile di vita: l’imperatore e alto sacerdote usava dipingersi le palpebre, depilarsi e indossare parrucche per prostituirsi in taverne e bordelli. In più, lo storico Erodiano scrisse che Eliogabalo si definì “l’amante, la moglie e la regina di Ierocle” e che cercò insistentemente un medico che potesse dotarlo di genitali femminili (Cassio Dione, cit.), ragion per cui alcuni scrittori moderni lipotizzano fosse transessuale (Harry Benjamin, The Transsexual Phenomenon, New York, 1966 ).

La storia di Eliogabalo non è altro che una goccia nello sconfinato mare del passato che spesso sembra essere molto più progressista ed emancipato del nostro presente. Impressionante è l’utilizzo del termine “tradizionale” da parte di alcune frange della nostra società, che molto probabilmente non hanno una consapevolezza solida e precisa di cosa sia accaduto in passato.

 

 

Emanuele Longobardi

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