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La Proposizione 8 era un emendamento alla Costituzione dello Stato della California, approvato nel Novembre 2008, che vietava il matrimonio egualitario; finché non fu dichiarata incostituzionale nel 2013, consentiva alle coppie omosessuali solo l’unione civile [domestic partnership], che offriva ed offre ai suoi membri quasi tutte le prerogative del matrimonio.

L’obbiettivo e il risultato della Proposizione 8 fu quindi quello di negare il titolo di matrimonio a tutte le coppie che non fossero composte da un uomo e una donna, e già solo questo fu considerato una discriminazione inaccettabile della maggioranza etero cis contro le minoranze LGBTQIA+.

Questa vicenda di molti anni fa mi è tornata in mente quando ho letto qui che la 9^ Commissione del Senato ha approvato un emendamento leghista che vieta di etichettare con nomi carnei alimenti di origine vegetale.
Perciò, se l’emendamento completa l’iter parlamentare, non sarà più consentito vendere prodotti denominati, ad esempio, “bistecca di soia”, “hamburger veg”, “mortadella vegana”. Il perché lo lascio spiegare ai proponenti:

“Grazie a questa norma, non potremo trovare più sugli scaffali dei nostri supermercati etichette con nomi come ‘bistecca di soia’ o ‘di tofu’, ‘hamburger veg’, ‘mortadella vegana’ o altri”, spiegano Centinaio e Bergesio.

Alimentazione e Proposizione 8

© Foto di Deryn Macey / Unsplash

“Si tratta di denominazioni che ingannano i consumatori, che possono convincersi di acquistare prodotti che contengono anche proteine di origine animale, quando invece non è così. Con l’approvazione del nostro emendamento, quindi, assicuriamo il diritto a una informazione corretta dei cittadini per tutelare la loro salute e i loro interessi, ma riconosciamo e difendiamo anche il valore culturale, socio-economico e ambientale dei nostri prodotti zootecnici e delle imprese produttrici. Siamo convinti infatti che chi vende prodotti con etichette ambigue compia una concorrenza sleale. Anche per questo, con la nuova norma rischierà pesanti sanzioni”.

A me pare impossibile che una persona di normale intelligenza e conoscenza della lingua italiana possa credere che una “bistecca di soia” venga da un macello anziché da una coltivazione; inoltre, i produttori di cibi vegani hanno tutto l’interesse a rimarcare che essi non sono di origine animale, perché questi cibi vuole il cliente. L’emendamento non tutela quindi le persone (e tantomeno la loro salute), ma una concezione del mondo.

Alimentazione e Proposizione 8

© Foto di Robert Bye / Unsplash

L’ambiguità che i promotori non tollerano è il voler ingannare i propri sensi con la complicità della mente, in modo da ingerire cibi vegetali anziché animali; la mente acconsente perché ha già valutato che questi cibi vegetali nutrono al pari di quelli animali.
Questo dà però un colpo mortale all’essenzialismo: se qualsiasi cosa può essere chiamata “bistecca”, purché chi la vuol mangiare ne conosca la composizione e fabbricazione, allora non è più immutabile nemmeno il genere delle persone, e nemmeno la definizione del matrimonio e della filiazione.

Questa è la posta in gioco, non il nome di un cibo o la sua collocazione negli scaffali di un supermercato.

 

Raffaele Yona Ladu
Ebreo umanista gendervague
Socio di Autistic Self-Advocacy Network
©2023 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Ella Olsson / Unsplash

 

Alimentazione e Proposizione 8

© Foto di Ella Olsson / Unsplash

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