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Se il 20 novembre di ogni anno, a partire dal 1999, si celebra anche in Italia il Transgender Day of Rememabrance per commemorare le vittime della transfobia, il 1° marzo, a partire dal 2012, in diversi paesi del mondo si celebra il Disability Day of Mourning ovvero il giorno di lutto per le persone con disabilità uccise dai loro caregiver – cioè da chi avrebbe dovuto invece prendersene cura.

L’iniziativa è nata ad opera dell’Autistic Self-Advocacy Network, organizzazione americana di cui mi pregio di essere socio, e che calcola che nei soli Stati Uniti d’America 550 persone sono morte così negli ultimi cinque anni – l’elenco completo (delle vittime di cui si è avuta notizia) lo si trova nel sito Disability-Memorial.org.

Disability-Memorial

Tre le cose motivano questa commemorazione:

  1. Le pene dei reati sono (in linea di massima) commisurate alla loro gravità, ed uccidere con premeditazione un proprio familiare, magari incapace di difendersi o anche solo di chiedere aiuto, dovrebbe meritare il massimo della pena. Spesso invece i tribunali irrogano pene degne del film Divorzio all’italiana, dimostrando così che agli occhi della società le vite umane non sono tutte uguali e quelle delle persone con disabilità valgono meno.
  2. Gli organi di stampa spesso prendono le parti del reo e non della vittima – cosa che non oserebbero fare con un ladro e sempre meno spesso fanno con uno stupratore.
  3. Spesso si invitano lɜ ragazzɜ a simulare una condizione di disabilità (per esempio, chiudendolɜ in una stanza buia per far capire loro che significa la cecità) – ma non si può simulare il rischio di essere uccisɜ proprio da coloro di cui ti devi fidare, e la commemorazione serve anche ad evidenziare i limiti della simulazione. Devono essere le persone con disabilità in prima persona a chiedere quello che può esser loro utile, perché le buone intenzioni non bastano a unə normodotatə per capire chi ha una disabilità.
1° marzo Disability Day of Mourning

@ Foto di Nathan Anderson / Unsplash

In Italia non ho trovato notizie di questa commemorazione. Il proxy server con cui proteggo la mia VPN mi impedisce di accedere al sito Disability-Memorial.org dichiarandolo “illegale o non etico”.

In una lista di morti non c’è niente di illegale, ma la designazione di “non etico” può spiegare perché questa commemorazione fatica a diffondersi (la pagina dell’Autistic Self-Advocacy Network con l’elenco delle veglie commemorative dice che in Europa la veglia in presenza si farà solo a Shannon, contea di Clare, Irlanda): se l’Autistic Self-Advocacy Network è gestita da persone autistiche, e quindi possibili vittime, molte associazioni per le persone con disabilità sono in realtà dirette da loro caregiver, quindi possibili rei.

È spiacevole ricordare a un politico che la sua posizione lo espone al rischio di farsi corrompere, ed è altrettanto spiacevole ricordare a unə caregiver che non deve cedere alla tentazione di considerare lə propriə assistitə come un problema da risolvere. Questo può spiegare perché quel sito è stato dichiarato “illegale o non etico”.

 

Raffaele Yona Ladu
Ebreo umanista gendervague
Socio di Autistic Self-Advocacy Network
©2023 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Nathan Anderson / Unsplash

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