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Che cosa è il tradimento?
Si può definire anche come infedeltà, ed è la rottura di un patto, di qualunque tipo.
Fare un patto significa affidare qualcosa a qualcuno, che acquista il diritto di disporne, ma anche il dovere di farlo nel modo migliore possibile. Il patto d’amore, in particolare, è il più vincolante, perché dona e richiede la custodia di quello che abbiamo di più prezioso, quello che ci definisce come persone, i nostri sentimenti. Quando viene rotto, il mondo va in briciole, perché perdere l’amore dell’amato è un’esperienza mortificante dove ogni cosa sembra non avere più valore.

Esistono ragioni per cui una relazione finisce?
Sì, certo! Non si è più felici, i nostri bisogni non sono più soddisfatti da questo rapporto, e, delusione dopo delusione, scontento dopo scontento, l’amore si consuma. Ma questo ha poco a che vedere con il tradimento.

Esistono ragioni per cui si tradisce?
Il tradimento si verifica quando esiste attrazione tra due persone che non hanno motivi per sottrarsi agli stimoli della trasgressione. Se questo avvenga all’interno di una relazione apparentemente ancora funzionante o se ci sia già la consapevolezza della fine di un’intesa, le cose cambiano poco.
Bisognerebbe forse chiedersi perché per alcuni è facile riconoscere la tentazione e scegliere di non seguirla e per altri invece no. ‘Resistere’ per mantenere la parola data, per non provocare dolore nell’altro o anche banalmente per non affrontare scenate e lacrime è una scelta considerata saggia perché riconferma il valore di un bene duraturo rispetto a una passione che potrebbe rivelarsi effimera.
In qualche caso però la motivazione potrebbe essere meno costruttiva. Rimanere fermi, dove ci si trova, quando non si è in realtà felici, significa non avere più voglia di mettersi in gioco, significa scegliere che la relazione ristagni. Se la crisi è opportunità di miglioramento, il quieto vivere lascia le cose come stanno anche quando vanno male. La tendenza di una persona a comportarsi in un modo o in un altro è determinata dalla sua personalità, dalle esperienze passate e dal bisogno del momento, ma atteggiamenti aggressivi e passivi sono ugualmente distruttivi per la relazione intima.

Esistono modi diversi di reagire ad un tradimento?
Vari aspetti della personalità di un individuo concorrono alla gestione della relazione mentre l’aspettativa del tradimento e l’armonia tra i partner guidano la risposta emotiva di fronte all’infedeltà. Venire a conoscenza che si è stati traditi è una delle situazioni più difficili da affrontare ed è impensabile che possa essere accantonata come se niente fosse successo.
Nonostante tutto il male che può provocare, l’infedeltà è molto comune, riguarda il 27% delle coppie in terapia, è la più frequente causa di divorzio, ed è anche la causa – per esempio – di un terzo di tutti gli omicidi negli Stati Uniti. Nel mondo occidentale tra l’11 ed il 23% delle persone sposate (o con un legame duraturo) commettono almeno un’infedeltà, indipendentemente dal fatto che la monogamia sia la sola forma socialmente accettata. Tradizionalmente si pensa che gli uomini siano ‘infedeli’ per definizione, ma quando l’infedeltà è considerata nel senso più ampio di attrazione e coinvolgimento romantico e non limitata al rapporto sessuale, le donne sembrano le più propense al tradimento.
L’infedeltà distrugge la fiducia e provoca una sofferenza difficile da superare; una profonda reazione emotiva colpisce chiunque faccia questa esperienza indipendentemente dall’appartenenza etnica e culturale. Condizionata dalla paura del tradimento è la gelosia, un sentimento ancestrale potente, inteso come meccanismo protettivo contro la possibilità che figli di un altro padre nascano e vengano allevati nella propria famiglia, usando risorse a cui non avrebbero ‘diritto’.

Le relazioni omosessuali
Le unioni civili, previste oggi anche in Italia, sono ancora una novità e regole sociali che le differenzino dalle unioni ‘tradizionali’ ancora non ci sono, quindi lesbiche, gay e bisessuali hanno più libertà di creare il proprio codice etico. Ogni coppia LGB può scegliere ‘regole’ che meglio soddisfino la relazione senza doversi sottoporre all’iter tradizionale consolidato nei secoli e senza doversi confrontare con la disapprovazione e le aspettative della società. Senza regole imposte, ma con la propria creatività ciascuna coppia dello stesso sesso è più libera di stabilire i patti che rispondano meglio alle proprie necessità. Ciò comprende, talvolta, la pratica di relazioni sessuali che possano essere totalmente libere o con limitazioni di vario tipo. L’accordo, in questi casi, detta il confine dell’infedeltà, che, quando viene superato, ha il significato di tradimento di un’aspettativa, un’offesa ai sentimenti profondi dell’altro.
Le coppie LGB variano moltissimo per ciò che regola l’attività sessuale: alcune scelgono la monogamia, altre decidono di avere relazioni non esclusive. Le relazioni che rimangono aperte al contatto sessuale con altri di solito prevedono limitazioni riguardo a quante volte o quanto spesso questo possa accadere, quali persone debbano essere escluse (di solito gli ex partner) o quali attività debbano essere evitate (decisione importantissima anche per l’attenzione alla salute sessuale della coppia). Il ruolo che questi limiti, reciprocamente accettati, hanno nel mantenere una relazione romantica deve essere rispettato con attenzione da entrambi i partner. Infatti tutti i patti, anche se molto ampi, possono essere rotti e quando succede le conseguenze sono ugualmente dolorose e gravi tanto per le coppie omo quanto per le etero. In altre parole, superare il limite, per quanto distante questo possa sembrare, provoca spesso la fine della relazione, come si vede bene in terapia.

L’infedeltà fisica e quella emotiva
Uomini e donne in relazioni eterosessuali non fanno tante differenze tra i due tipi di approccio, che sembrano essere ugualmente sofferti. Questo perché è convinzione diffusa che non ci possa essere infedeltà fisica senza attrazione emotiva e che non esista un legame emotivo che non sfoci in un’esperienza fisica.
Sembra comunque che l’aspettativa delle donne di essere tradite sia statisticamente più alta di quella degli uomini. Sembra anche che le donne siano meno ‘arrabbiate’ degli uomini, forse proprio perché culturalmente più condizionate ad aspettarsi un’infedeltà maschile. La rabbia più intensa degli uomini trova una simile origine nel condizionamento atavico di doversi proteggere dalla nascita di un bambino ‘estraneo’. Questa differenza di genere è però limitata alle coppie eterosessuali. Nelle coppie LGB queste differenze non appaiono nemmeno in relazione a chi (maschio o femmina) sia in coppia con una persona dall’orientamento bisessuale.
Gli eterosessuali sono più esposti all’infedeltà (che comprende una vasta quantità di comportamenti) delle persone LGB che ammettono, come detto, più possibilità nello strutturare la relazione romantica. Comunque eterosessuali e LGB esprimono rabbia, ansia e gelosia allo stesso identico modo quando il patto viene rotto.

Le mie osservazioni:
Dalla mia esperienza di terapeuta appare che le coppie formate da soli uomini o da sole donne siano meno capaci di mediare le difficoltà. Da una parte ciò è sorprendente perché essere dello stesso sesso dovrebbe far capire meglio e far ‘sentire’ le ragioni dell’altro; dall’altra è comprensibile che avere le stesse irrinunciabili necessità renda ben difficile il compromesso anche se in prospettiva ci sia la fine della relazione.
Pur a parità di investimento affettivo, le coppie omosessuali hanno meno motivazioni degli eterosessuali a mantenere una relazione che non è più completamente gratificante, perché il collante sociale è meno efficace. La coppia, nella maggioranza dei casi, non ha figli propri per cui valga la pena sacrificarsi (motivazione altissima nelle coppie etero) e le famiglie allargate (fonti di sostegno) sono meno presenti. Inoltre, non c‘è il riconoscimento storico di dover risolvere i propri conflitti e la separazione non altera il ruolo sociale. In mancanza di una motivazione forte e quando l’armonia perduta non può essere recuperata se non al prezzo di sacrificare qualcosa di sé, molti preferiscono fare un passo avanti verso una nuova intesa.

I casi:
Le due brevi esperienze presentano una coppia maschile ed una femminile di fronte all‘infedeltà.
Nel primo caso, la coppia era aperta alle relazioni sessuali senza limiti. I contatti esterni molto frequenti di un partner sono diventati infedeltà quando la loro ricerca prescindeva dalla disponibilità dell’altro.
La seconda coppia è stata incapace di incorporare il desiderio di vicinanza di una partner con il bisogno di indipendenza dell’altra. La mortificazione per i bisogni non accolti è stata vissuta da ambedue come un tradimento dei patti e ha minato l’intimità.

 

Dott.ssa Anna Ghizzani
Ginecologa e terapeuta sessuale
annaghizzani@gmail.com

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