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Credo nel silenzio almeno quanto credo nelle parole. Penso che, quando non si ha niente da dire, sia il caso di stare zitti. Per questo è da un po’ che sto in silenzio. Osservo, rifletto, valuto, ma non arrivo da nessuna parte. Perciò rimango a bocca chiusa e ricomincio a osservare, sforzandomi di guardare ancora, di guardare meglio, più a fondo.
Ma sembra uno sforzo sterile. E allora per una volta voglio parlare senza avere risposte, ma soltanto domande, anzi, quasi soltanto invettive. Perché forse ogni tanto serve anche questo.
Conosco molte persone che hanno delle buone idee, una mente attiva, sveglia, capace di rapportarsi al mondo che le circonda. Non sempre queste idee coincidono con le mie, anzi, però grazie alla stima reciproca si raggiunge il rispetto: quello che mi permette di dissentire con ciò che pensi senza disprezzare te come persona, che mi rende capace di distinguere nelle tue parole quel che ritengo valido e quel che ritengo meno valido, senza che rancori e personalismi indeboliscano la mia lucidità. E solo tra persone che si rispettano c’è uno scambio: non si parla per imporre all’altro la propria opinione, né si rinuncia passivamente alla propria, ma piuttosto si cerca di imparare, di prendere del buono, e si scopre invece cosa si ritiene irrinunciabile e non può essere messo in discussione. Tra persone “intelligenti”, passatemi il termine, si cresce.
Poi ci sono quelle altre, di persone. Quelle che di solito, per comodità o per mancanza di aggettivi migliori, definiamo “stupide”. Quelle con cui proprio non te la senti di discutere, e allora ti limiti a eliminarli dagli amici se sei su Facebook, a girare al largo se sei nella vita reale, con lo stesso effetto: tu tieniti pure le tue convinzioni cretine, non ho voglia di perdere tempo, perché tanto con te non si può ragionare.
Ciò che mi lascia perplessa e anche un po’ sgomenta, e che mi ha spinto ad inaugurare questo post, è proprio questa seconda categoria di individui. Quelli che, quando discuti con loro, la mettono sul personale, insultano tua mamma invece che confutare le tue argomentazioni. Quelli che distribuiscono contraddizioni come fossero caramelle e se ne fregano della logica, del rispetto, della coerenza. Che ti interrompono mentre parli per ripeterti esattamente il concetto a cui tu stai già rispondendo, e alzano sempre la voce per primi.
Curioso, ma le ideologie di cui si fanno portavoce questi personaggi sono press’a poco sempre le stesse, quelle che mi viene da definire “indifendibili”: il razzismo, il populismo gretto, il bigottismo ai limiti del medioevale. Opinioni che possono essere riassunte in pochi slogan della lunghezza di un Tweet, ma sufficienti per far accapponare la pelle.
Quando guardo queste persone, le ascolto parlare, mi sforzo di comprenderle, perdonatemi ma io non capisco.

Non capisco Salvini in giro per l’Italia con le sue crociate insensate, che pensa semplicemente di poter cancellare la complessità dell’Europa, della crisi economica, dell’immigrazione, della corruzione a colpi di smargiassate mediatiche e propone di ritornare ad un passato autarchico fingendo di ignorare (o ignorando davvero?) che l’ipotesi, se anche fosse desiderabile, non è realizzabile nella maniera più assoluta.

Non capisco Adinolfi e la Miriano e le loro Sentinelle della moralità, che sono consapevoli – devono esserlo, maledizione! – che non esiste alcuna ideologia gender o lobby gay eppure vorrebbero crescere i propri figli, e soprattutto i figli degli altri, in una campana di vetro al riparo da tutto quel che sono troppo ignoranti e presuntuosi per riuscire a spiegar loro.

Non capisco ragazzi e ragazze, uomini e donne che, dopo aver trascorso una vita intera in una società occidentale che, con tutti i suoi innegabili limiti, rispetta la persona e le libertà individuali più di quanto avvenga in ogni altra parte del mondo, decidono di mollare tutto per imbracciare le armi al fine di proteggere un’ideologia fanatica e terrorista.

E quando dico che non li capisco, non voglio dire che non condivido (quello è il minimo!), ma che proprio non mi capacito di come possano sostenere idee simili. Come si fa a rinchiudersi così profondamente dentro le proprie convinzioni, a non volersi mai confrontare con gli altri, a non chiedersi mai se davvero quel che si sta dicendo ha senso? Come si fa a pensare di aver sempre qualcosa da insegnare piuttosto che da imparare, di aver sempre ragione, di non aver mai bisogno di mettersi in discussione?

La chiamiamo “stupidità”, come dicevo prima. Ma che cosa significa stupido? Io non so cosa siano intelligenza e stupidità, non sono in grado di definirle.
Esistono delle opinioni, ovvero delle credenze basate comunque sui fatti, e non campate per aria. Le opinioni possono divergere, ma partono comunque da un’analisi della realtà. Se un oggetto è giallo, io posso pensare che sia un bel colore, tu puoi pensare che sia orrendo, ma siamo tutti e due d’accordo sul fatto che sia giallo. Se io lo vedo rosso e tu lo vedi verde, non si tratta di opinioni: stiamo guardando lo stesso oggetto o no?

Quando parliamo di società, di immigrazione, di educazione, di fede, di cultura possiamo avere le idee più diverse a riguardo, ma tutti partiamo da una consapevolezza comune: la dignità e il rispetto della persona non si mettono in discussione. Ciò su cui ci si può trovare in disaccordo è la maniera migliore di mettere in pratica questo principio, ma non il principio stesso.
Se tu credi che una persona valga meno di un’altra a causa della sua provenienza geografica, appartenenza religiosa o ideologica, identità di genere, orientamento sessuale; se ti senti in diritto di sproloquiare senza controllare o riportare le fonti di ciò che dici, di insultare i tuoi interlocutori invece di rispondere alle loro domande o obiezioni; se invece di sostenere il tuo pensiero con le cose che sai, lo sostieni con quelle che non sai, facendoti vanto della tua ignoranza, allora non c’è niente da discutere e le tue non sono opinioni, sono stronzate.

 

Vulcanica

One Comment

  • bokonowsky ha detto:

    Dispiace essere cinico ma non si tratta di confrontare idee diverse, si tratta di soddisfare volonta’ di potere esercitando liberta’ di opinione secondo quanto sosteneva il marchese onofrio del grillo

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