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Tre uomini uccisi e più di 100 arrestati dalle autorità cecene per il loro ‘orientamento sessuale non tradizionale’. Anche per il solo sospetto di essere gay.
È il frutto di una ‘retata profilattica’, ordinata dal governo ceceno e denunciata dal un quotidiano russo di opposizione Novaya Gazeta, che ha pubblicato l’inchiesta condotta dalla giornalista Elena Milashina.

Dal governo ceceno arriva una smentita che sembra più un’ammissione di colpa: “Non puoi arrestare o reprimere persone che semplicemente non esistono nella nostra repubblica. Se queste persone esistessero in Cecenia, la Polizia non dovrebbe preoccuparsene perché le loro stesse famiglie li manderebbero in luoghi da cui non potrebbero più tornare”.
La più estrema omofobia. È questa la linea del governo ceceno che, lungi dal perseguire anche la più remota forma di tutela per i diritti degli omosessuali, arriva a negarne addirittura l’esistenza fra i suoi cittadini.

Qualcuno attribuisce questo giro di vite alle sempre più crescenti influenze islamiste nell’area. La Cecenia, infatti, è uno dei Paesi ad aver registrato il maggiore incremento di combattenti islamici sul proprio territorio. Un’influenza così forte da portare all’adozione di una legge cecena sul diritto delle studentesse di indossare l’hijab, nonostante la forte opposizione del governo russo.

 

Giuseppe Bruno

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