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A settembre dovrebbe aprirsi il dibattito in aula (il condizionale é sempre d’obbligo in un paese cattolico e conservatore come il nostro) sulla legge che istituisce le unioni civili per le coppie gay (oltre ai patti di convivenza per le coppie di fatto). Non si parla ancora di matrimonio (per quello bisognerà chiedere il permesso alla Santa Sede!) ma queste unioni saranno equiparate a quelle etero: stessi diritti (e doveri), reversibilità della pensione, assistenza in ospedale, diritti di successione e eredità e la facoltà di adottare il figlio del partner (che oggi in caso di morte del genitore biologico dovrebbe essere affidato a nonni o zii, nessuno riconoscimento giuridico al compagno del genitore defunto).

Insomma, si festeggia il fatto che una nazione che ha l’età che ha stia imparando a leggere e fare di conto. Ma piuttosto che niente, meglio piuttosto…

Unica esclusione: l’adozione di bambini. Il punto è delicato e richiede l’apertura di un serio dibattito. Da un punto di vista teorico non esistono differenze tra coppie omosessuali ed etero, da qui discende il sacrosanto diritto delle coppie gay di adottare. Ma in questo caso l’asse del dibattito si sposta dal diritto dei genitori a quello del bambino. La domanda da porsi non è quindi se sia giusto o meno che due omosessuali possano adottare (qui la risposta è scontata) ma se quella coppia sia adatta o meno ad accogliere quel determinato bambino. Esattamente come oggi avviene per gli sposi eterosessuali. È possibile quindi che servizi sociali e tribunale possano decidere che una coppia gay X non sia adatta ad adottare il bambino Y ed è anche possibile che in Italia si vada incontro a una certa resistenza iniziale da parte delle strutture preposte (bisogna sempre pensare al fatto che un bambino adottato porta con sè quella “ferita primaria” inferta dall’abbandono che in molti casi può diventare motivo di diversità sociale, aggiungere un’ulteriore motivo di diversità – avere due genitori omosessuali, cosa che di fatto in Italia rappresenta purtroppo una diversità – potrebbe diventare poco sostenibile per le risorse di un bambino). Ma è un dovere di un paese civile cominciare. Come è un dovere di ogni genitore insegnare ai propri figli che l’amore tra due persone non è una questione di sangue, sesso o genere.

Mi auguro quindi che la legge sulle unioni civili tra le coppie gay:
a) arrivi in aula;
b) venga approvata;
c) si aggiunga un emendamento che permetta l’adozione anche per le coppie gay.

 

fonte: Omar Schillaci, wired.it

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