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Il caso dei ‘parcheggi rosa’ del Comune di Pontida, dedicati alle sole mamme con bambini piccoli, donne in gravidanza, italiane ed eterosessuali, non è passato in silenzio, scatenando proteste a livello nazionale contro la delibera leghista ritenuta sessista, omofoba e razzista.

La vicenda dei ‘parcheggi rosa’ è semplice, quanto preoccupante. Il Consiglio Comunale di Pontida – roccaforte e simbolo della Lega Nord a guida Luigi Carozzi (Lega Nord – Lega Lombarda) – ha deciso di istituire i ‘parcheggi rosa’, ma con una limitazione aggiuntiva: “Sono esplicitamente esclusi dall’ambito di applicazione del presente regolamento comunale i soggetti non appartenenti ad un nucleo familiare naturale” (Articolo 1, comma 2).

E quali sarebbero questi nuclei familiari naturali?
Basta leggere l’Articolo 2, comma 1: “(…) una famiglia composta dall’unione di un uomo ed una donna a fini procreativi”.
Quindi, secondo il regolamento comunale, i parcheggi rosa possono essere utilizzati esclusivamente da donne (in gravidanza e/o con figli piccoli), sposate o conviventi con un uomo (ovviamente unite con un uomo solo per procreare, mica per amore), in altre parole donne dichiaratamente eterosessuali e di nazionalità italiana.

L’Huffington Post Italia ha riportato la prima protesta LGBT da parte di Milena Cannavvaciuolo del portale LezPop (blog di informazione e di cultura lesbica e queer) contro la norma omofoba e razzista del Comune di Pontida con una semplice domanda: “I figli li facciamo anche noi. Come fai a capire se una donna è etero o lesbica?”. Forse dallo stereotipo dell’abbigliamento ‘mascolino’ delle donne lesbiche? Forse dal certificato di garanzia di eterosessualità? O da un triangolo di stoffa sugli abiti?

La deputata Dem. Elena Carnevali ha affermato (Fonte Ansa) che “il regolamento comunale per la gestione dei parcheggi prevede permessi gratuiti per le donne in gravidanza ma solo se ‘appartenenti ad un nucleo familiare naturale e cittadine italiane o di un paese membro dell’Ue’. Non è una semplice azione folkloristica o di propaganda messa in campo da un partito che sull’avversione per il diverso ha fondato tutta la sua strategia: qui abbiamo superato, oltre alla soglia della decenza, anche quella della civiltà” e inoltre “Solo un’ideologia cieca può pensare di distinguere tra mamma e mamma, di valutare meno i dolori o i disagi di una donna in stato di gravidanza in base al colore della pelle o allo stato di famiglia, di dispensare i diritti in base a criteri che la Costituzione italiana respinge e ripudia”.

Al Giornale di Merate, il Consigliere comunale Giovanni Sana, che ha votato contro la delibera, ha rilasciato una dichiarazione contraria alla norma, ritenuta discriminatoria: “Nella stesura del regolamento comunale è stata snaturata l’iniziativa del Parlamento europeo. Questo è un regolamento razzista, che vincola come unica destinataria la ‘famiglia naturale’ e discriminando anche sulla gravidanza. Una norma cattiva, interpretata in modo discriminatorio”.

Non si è fatta attendere la risposta dell’Assessore Emil Mazzoleni (Lega Nord – Lega Lombarda, delega a Territorio, Ambiente, Ecologia): “Non discriminiamo nessuno perché non togliamo diritti a nessuno, semplicemente aggiungiamo diritti ulteriori a una determinata formazione sociale che intendiamo promuovere e preservare” ma la delibera non è piaciuta al Segretario Nazionale della Lega Nord, Matteo Salvini. Il Leader della Lega Nord che domenica sarà proprio a Pontida per la Festa del Carroccio, ha rilasciato all’Huffington Post Italia questa dichiarazione, riguardo ai ‘parcheggi rosa’ per donne eterosessuali: “A me piacciono le mamme tutte. A Pontida verrà modificata la delibera e ci saranno parcheggi rosa per le mamme e le donne in gravidanza. Per tutte le donne in dolce attesa. È una scelta saggia”. Una dichiarazione che ha causato il dietrofront del Sindaco leghista di Pontida, Luigi Carozzi (Primo sostenitore della delibera originale), obbligandolo a modificare il regolamento per destinare i ‘parcheggi rosa’ a tutte le mamme e donne, senza alcuna distinzione di orientamento sessuale o etnia.

Caso chiuso? Non ancora, visto che il Vicesindaco leghista Arveno Mazzoleni non ha nessuna intenzione di fare retromarcia (tramite Huffington Post Italia): “Il sindaco continua a crederci. Siamo stati fraintesi. Lunedì prossimo faremo una riunione e lì si deciderà cosa fare”.

 

Andrea Sanna

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