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Il buddhismo è una delle religioni più antiche attualmente praticate, con i suoi 2500 anni di storia. Universalmente conosciuta come fede pacifica che tende a coesistere con tutte le altre, il credo buddhista sembra non nutrire discriminazioni contro gli omosessuali. Ma è davvero così?

A rispondere a questo quesito è Filippo Adami, fondatore dell’Associazione Buddhista del Sutra del Loto.

Innanzitutto, chi è il fondatore del buddhismo?
Il buddhismo è stato fondato da Siddharta Gautama, vissuto circa nel 500 ante epoca comune. Era figlio del re del clan degli Shakya, un paese situato nell’India settentrionale. A 29 anni Siddharta abbandonò il palazzo reale alla ricerca della via che conducesse alla liberazione dalla sofferenza. Dopo aver svolto diverse pratiche ascetiche che non portarono a niente, si sedette tranquillamente in contemplazione sotto un albero e, dopo aver sconfitto ogni tipo di tentazione, dubbio e timore, conseguì il risveglio, o illuminazione. Da quel giorno fu chiamato Buddha Shakyamuni, che significa “il saggio del clan degli Shakya pienamente risvegliato”.

Quali sono i concetti fondamentali del buddhismo?
Secondo la tradizione, il Buddha ha predicato oltre ottantamila sūtra (raccolte di insegnamenti) nel corso della Sua vita, impiegando metodi diversi così che i Suoi seguaci potessero comprendere e avanzare verso la meta finale dell’illuminazione. Frazionò i suoi insegnamenti in parti progressivamente sempre più profonde così da guidare le persone alla comprensione. Per rispondere alla domanda cito il primo insegnamento esposto dal Buddha.

Le Quattro Nobili Verità: la verità della Sofferenza, la verità delle Cause della Sofferenza, la verità della Cessazione della Sofferenza e la verità del Sentiero che porta alla Cessazione delle Cause della Sofferenza.

In breve, la prima Verità ci spiega che nella vita tutti gli esseri viventi incontrano la sofferenza, che, come dice la seconda Verità, è causata da ignoranza, attaccamento e odio. La terza Verità ci spiega che è possibile sradicare la sofferenza in modo permanente: questo stato è chiamato Nirvana. L’unico modo per conseguire questo stato, è realizzarlo in noi stessi, seguendo l’Ottuplice Sentiero, come indicato nella quarta nobile Verità. Questo è il primo e basilare insegnamento comune a tutte le denominazioni buddhiste.

Qual è la condotta di vita di un buddhista?
Parlando sinceramente, non è per niente facile condurre una vita da praticante buddhista, ma d’altro canto, non esiste un vero praticante buddhista che non si sforzi di migliore sempre più. Il praticante cerca di raggiungere il fine ultimo, che è il conseguimento dell’illuminazione. Il Buddha ci dona dei modelli dai quali imparare e ai quali ispirarci. Per riassumere direi così: vivere una vita di piena compassione e rispetto per tutti gli esseri viventi e per l’ambiente nel quale essi vivono, cercando di vedere tutti i fenomeni per ciò che realmente sono.

buddhismo

Cosa pensa il buddhismo dell’omosessualità?
Alcuni ritengono questo argomento un po’ “tabù”, non perché sia vietato, ma perché delicato. Basandomi sull’insegnamento del Buddha, invece, io la vedo in maniera molto semplice. Effettivamente il Buddha non si è mai pronunciato in proposito, ma ci ha lasciato i Cinque Precetti, che dobbiamo seguire: non uccidere, non rubare, non mentire, non avere una condotta sessuale irresponsabile e non assumere sostanze intossicanti. La conclusione è facilmente deducibile: se si sceglie una vita di compassione seguendo i cinque precetti, non è davvero importante chi ami, ma che si viva nel totale rispetto di noi stessi e degli altri.

Nello specifico, in cosa crede il buddhismo che ispira la sua associazione?
L’Associazione Buddhista del Sūtra del Loto è un’organizzazione religiosa, il cui scopo è valorizzare, tramandare e diffondere gli insegnamenti del Sūtra del Loto così come predicati dal Buddha Shakyamuni e trasmessi dal Suo messaggero, Nichiren Daishōnin, un grande monaco riformatore vissuto in Giappone nel 1200. I membri dell’Associazione Buddhista del Sūtra del Loto credono negli insegnamenti di Nichiren Daishōnin, che è nato per divulgare l’Odaimoku, o Sacro Titolo del Sūtra del Loto: “Namu Myōhō Renge Kyō” (offro la mia devozione al Sūtra del Fiore di Loto del Dharma Meraviglioso).

Come sono visti gli omosessuali nel buddhismo nichiren?
Esattamente per come li vede il Buddha. Egli ci insegna che ogni essere vivente possiede una natura originaria di Buddha e questa ci accomuna. Siamo inoltre tutti soggetti a impermanenza, privi di una identità fissa e immutabile (come del resto qualunque altro fenomeno), e legati gli uni agli altri. Nel Suo più alto insegnamento il Buddha ci ha insegnato che tutte le persone, buone o cattive, uomini o donne di qualunque status sociale, animali, piante, o quant’altro, possono conseguire la Sua stessa illuminazione. La nostra natura di Buddha può essere realizzata in questo mondo impuro: osservato attraverso occhi illuminati, il mondo reale si rivela come una gloriosa Pura Terra nella quale tutti gli esseri possono conseguire la buddhità. Il Buddha non discrimina nessuno, il Buddha accoglie compassionevolmente tutti gli esseri. Questo non significa che siamo tutti uguali?

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L’Italia sta attraversando un periodo di regressione, caratterizzato da una rimonta dell’omofobia. Il buddhismo può aiutare a migliorare la situazione?
Ciò che sta accadendo è davvero terribile. La pratica del buddhismo come tramandato da Nichiren Daishōnin consiste nella recitazione del Sūtra del Loto e dell’Odaimoku, che mira a risvegliare la natura di Buddha inerente a tutti gli esseri viventi, così da poter migliorare e rafforzare il nostro stile di vita, realizzando che tutti gli esseri possono potenzialmente illuminarsi a prescindere dalle differenti appartenenze religiose, culturali, sociali e di genere, così da vivere in armonia con le verità eterne predicate dal Buddha stesso. La pratica della recitazione del Sūtra del Loto e dell’Odaimoku non è soltanto per noi stessi, ma incoraggiamo anche gli altri a fare lo stesso. In questo modo realizzeremo tutti insieme, attraverso la preghiera, lo studio e la pratica, che questo mondo non è altro che la Terra Pura del Buddha.

Ha consigli pratici per chi vuole iniziare a praticare?
Dal punto di vista pratico, per il principiante non è necessario svolgere chissà quale pratica: la semplice recitazione del Sacro Titolo è più che sufficiente. Non si deve neanche pensare di doverla svolgere per chissà quanto tempo. Nichiren Shōnin non lo ha mai specificato. Allo stesso tempo, la pratica deve essere sempre affiancata dallo studio della dottrina e della filosofia, altrimenti non ha molto senso. Ma cosa ancora più importante è applicare nella nostra vita di tutti i giorni l’insegnamento del Buddha. Studio, approfondimento e pratica sono le prime e più importanti fasi per una conoscenza non superficiale sia di noi stessi sia del nostro prossimo, a cui dovremmo cercare di causare pace e felicità.

 

Emanuele Longobardi

One Comment

  • Stefano ha detto:

    Il discorso è valido, ma non solo per la scuola Nichiren, ma per tutto il buddhismo, Zen, Tibetano e Theravada.

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