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Il post è un complemento alla mia biografia già pubblicata su “Io sono minoranza”. Nella biografia spiegavo che sono “gendervague”, ovvero “genderfluid” perché “neurodiverso” (nel mio caso particolare, ho una diagnosi di “autismo ad alto funzionamento”, detto anche “sindrome di Asperger”), ma non ho precisato che, essendo un po’ grassottello (gli autistici mangiano tanto e si muovono poco), ho un seno che attirerebbe l’interesse di una bustaia (credo che la taglia americana sia 44B).
Qualche volta scherzo con mia moglie chiedendole un reggiseno in prestito (ma la misura è completamente diversa, quindi non si può fare); ma spesso mi capitano cose meno divertenti.

Checché vadano a raccontare i “no-gender”, l’identità sessuale (ovvero, la composizione di sesso biologico, identità di genere, orientamento sessuale e ruolo di genere) dei bambini è già evidente all’asilo.
Lo psichiatra Manlio Converti sostiene (contrariamente ai no-gender) che non è la violenza pedofila a rendere la sua vittima omosessuale, ma è l’orientamento sessuale del bambino che viene notato dal pedofilo, che trova più appagante stuprare un bambino omosessuale o bisessuale di una bambina eterosessuale.
Per questo è più comune l’aver subìto questo tipo di violenza tra le persone gay e bi che tra le etero; e come fa il pedofilo a capire l’orientamento sessuale del bambino?

Beh, come riferisce Henri Tajfel nel suo libro Gruppi Umani e Categorie Sociali, nel 1949 hanno fatto un esperimento: hanno chiesto sia a degli antisemiti che a delle persone neutrali di distinguere gli ebrei dai gentili in mezzo a centinaia di fotografie – e gli antisemiti si sono dimostrati ben più abili degli altri.
Una mia amica di Milano, protestante, ebraista (conosce molto bene la lingua ebraica ed è stata consulente di Doron Mittler, autore israeliano di un’ottima grammatica ebraica per italiani), e cieca (ripeto: cieca!), sa fare di meglio: riconosce gli ebrei vicini a lei pur non potendo vederli.
Una volta disse a chi l’accompagnava: “Secondo me quel signore è ebreo”; l’accompagnatrice rispose: “Sei fissata e ‘vedi’ ebrei dappertutto!” – ma pochi minuti dopo il signore si mise a telefonare dicendo: “Shalom! Mah shlomekh?”, che in ebraico vuole appunto dire: “Ciao! Come stai?” (detto ad una gentile signora – ad un egregio signore si dice: “Mah shlomkha?”).
Sia per la mia amica che per gli antisemiti, per motivi opposti, era fondamentale saper riconoscere un ebreo (sebbene chi anche solo visiti Israele si rende conto che di ebrei ce n’è di tutte le fattezze e fogge) – non mi stupisco che un pedofilo sia capace di distinguere i bambini con l’orientamento sessuale che piace a lui, anche prima che i bambini stessi se ne rendano conto.

A me è capitato di leggere poche settimane fa il post su Facebook di una mamma che chiedeva come punire il figlio di 5 (cinque!) anni che le aveva toccato il seno e fatto apprezzamenti che ci si aspetterebbe di udire da dei vecchi sporcaccioni (o da criminali sessuali tenuti in isolamento per non lasciarli massacrare dagli altri detenuti), ed a me è capitato che mi toccassero le tette dei maschi sozzoni di tutte le età.
Finché si tratta di bambini, si cerca di soprassedere (se si è adulti – da bambino mi arrabbiavo moltissimo), dicendogli al massimo: “Trovati una fidanzata e chiedile il permesso di toccarle le tette!”; però a toccarmi le tette è stato anche il mio insegnante di religione cattolica delle medie, che tra l’altro mi trattava piuttosto male nelle sue ore di insegnamento.
Lo ammetto: non è che io studiassi la sua materia (non era uno dei miei “interessi speciali” allora) – ma io non sono sessualmente attratto dalle persone che non stimo, e non capisco quindi come potesse venirgli in mente di concupire le mie tette; la violenza qui ha espresso una volta di più il suo disprezzo nei miei confronti.
Questo è stato un motivo per proclamarmi vittima di pedofilia clericale, e questo si aggiunge ai motivi per cui alla fine mi sono sbattezzato.
Il motivo principale è stato questo: quando lo stato di New York ha bocciato alcuni anni fa la proposta di allungare i tempi di prescrizione per i reati di pedofilia, delle agenzie di lobbying locali hanno dovuto dichiarare che la chiesa cattolica locale le aveva pagate 2,1 milioni di dollari per silurare quel provvedimento.
La pedofilia clericale non è esclusiva della chiesa cattolica (non è difficile trovare casi che riguardano anche altre religioni, ebraica compresa), ma questo voler impedire alle vittime, che ci mettono anni a trovare il coraggio di ammettere di essere state abusate, e poi di denunciare i loro abusatori, di ottenere giustizia, è un salto di qualità che altre confessioni religiose non hanno fatto.
E se in futuro chiedessero a tutti i battezzati cattolici di risarcire le vittime dei preti pedofili, visto che il patrimonio della chiesa, per quanto abbondante, non è certo infinito? Via di corsa!

Essendo un po’ ingrassato negli ultimi tempi, trovo qualcuno che ci riprova sfacciatamente, convinto magari di fare solo uno scherzo innocente, ed anche di fronte a persone che dovrebbero rendersi conto che non ne sono per niente contento.
A rintuzzare questi sporcaccioni ci penserò io; ma mi devo fare una domanda: davvero ho un seno così arrapante?
A me una taglia 44B fa ridere (chi mi conosce sa che ci vuole almeno una lettera D per attirare il mio interesse – sono obbligato a definirmi sottosviluppato da questo punto di vista), e penso che chi ci prova con me sia richiamato non dalle mie fattezze, ma dalla mia identità di genere, più femminile che maschile – allo stesso modo in cui gli antisemiti e la mia amica riuscivano a percepire l’ebraicità delle persone di cui vedevano la foto o stavano vicino a lei, pur essendo con ogni evidenza l’identità ebraica un costrutto sociale, non una caratteristica corporea.

Baruch De Spinoza, nel Trattato Teologico-Politico, diceva che la circoncisione sarebbe bastata a far sopravvivere il popolo ebraico, ma io non sono d’accordo; oltretutto, essa può modificare l’odore di un uomo, ma non è esclusiva degli ebrei: la metà degli uomini americani è circoncisa, indipendentemente dalla religione dei genitori, ed anche i mussulmani si circoncidono – affidarsi all’odore dello “smegma preputiale” od alla sua assenza non serve a molto.

Io ho citato i pedofili prima, ma tutte le persone LGBTQIA+ sviluppano una sorta di “radar” per riconoscere i loro simili, che con il tempo diventa sempre più efficace – sto sviluppandolo anch’io.
Quindi devo pensare che, contrariamente a quello che dicono “no-gender” e TERF (lesbiche radicali trans-esclusive), non è il sesso biologico a mediare i primi stadi dell’attrazione sessuale (chiaro, quando si va a letto entra in gioco la corporeità), ma l’identità di genere. Negarne l’utilità od addirittura l’esistenza significa negarsi la capacità di capire un aspetto importante di sé e dei rapporti interpersonali.
E rifiutare l’educazione sessuale a scuola non serve ad impedire che i bambini vengano turbati da discorsi non adatti a loro (andatelo a dire a quella mamma che vi ho citato!), ma a lasciare senza difesa chi è più esposto al bullismo dei compagni ed alla violenza degli adulti, perché titolare di un’identità sessuale non etero cis.

 

 

Raffaele Yona Ladu
Ebreo umanista gendervague
Socio di Autistic Self-Advocacy Network
©2018 Il Grande Colibrì

 

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Ebre* umanista gendervague

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