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Voglio incominciare questo nuovo anno con un testo che sia più una svolta personale, una nuova partenza, se vogliamo chiamarla così. L’iniziare il percorso di transizione è di per sé una “svolta” (passatemi il termine). Non capita tutti i giorni di alzarsi dal letto e ribaltare completamente la propria vita per iniziarne una nuova. E sì, questo fa una gran paura.

Immaginate di stare in piedi su una scogliera e di volervi tuffare nell’acqua da un’altezza che pensate sia da suicidio. Il nostro cervello in quel momento aziona l’allarme e cominciamo a valutare mille cose, soprattutto l’atterraggio. Abbiamo due stimoli: quello di scappare e la paura. Vi domanderete perché ho scelto di fare questo esempio: è, secondo me, la cosa che si avvicina di più a quello che è il mio pensiero sulla vita.

Io, come tanti altri, sogno spessissimo di trovarmi su una scogliera. Alcune volte sono lì perché voglio starci, altre perché sono costretto dalle circostanze. Resto lì ore, giorni e mesi prima di saltare, ma, una volta saltato e toccato l’acqua, mi domando perché non l’avessi fatto prima. Molte volte mi è capitato di trovarmi sulla scogliera in compagnia di altre persone, e, oltre che a preoccuparmi per me stesso, mi preoccupavo anche per loro. Magari io potevo essere pronto a saltare, ma ero bloccato. A meno che non siate degli stronzi con la S maiuscola, non credo ve ne freghereste di chi vi sta attorno. E questo mi bloccava. Potevo stare lì anche ore a cercare di trovare una soluzione per tutti, ma questo non smuoveva le cose.

Cosa sarebbe potuto succedere? Sarei potuto restare fermo seduto sulla scogliera a guardare il panorama con queste persone. Sarei potuto saltare senza di loro e arrivato in acqua guardarli rimasti indietro e dispiacermi per loro. Sarebbero potuti essere invece gli altri a spingermi giù da questa scogliera o addirittura a saltare senza di me. Non esiste una soluzione unica, ma se la vita mi ha insegnato una cosa, è che farsi scrupoli non serve, perché fondamentalmente siamo tutti individui egoisti. Anche se non vorremmo esserlo, cerchiamo sempre la nostra felicità e non ci importa se chi resta indietro stia male o bene. Può dispiacerci e forse ci sentiamo anche in colpa, ma, in fondo, preferiamo sempre giustificare il nostro comportamento. Non avevamo altra scelta se non buttarci per primi dalla scogliera. Non potevamo fare diversamente…

Quindi, ogni volta vi si presenti l’occasione di trovarvi su una scogliera da soli o in compagnia, mentre pensate se saltare o meno, tra le tante cose che vi possono venire in mente domandatevi prima di tutto “un’altra persona al posto mio che farebbe?”. Ricordatevi sempre che siamo tutti egoisti, quindi anche voi non fate eccezione. Non vi resta che saltare. Se invece sarete voi a restare indietro, non preoccupatevi. Anche voi potete saltare. Magari, vedere gli altri, vi darà maggiore coraggio. Non serve a nulla restare lì a guardare, mentre aspettate di trovare il coraggio per buttarvi, perché, mentre state lì a valutare e soppesare la vostra scelta, tutti gli altri stanno già nuotando lungo il fiume.

Chi vuole veramente starvi vicino, vi prenderà per mano e salterà con voi. Oppure resterete sulla scogliera insieme. Per fare una citazione: “salti tu, salto anche io”. Questo vale per la transizione e per qualsiasi cosa nella vita.

Stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che ho detto la mia!

Massimo Tiberio B.

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