Skip to main content

L’autunno è la mia stagione preferita

Ed eccomi tornata.

Per le strade ho incontrato una come me. Una che tiene stretta la sua ombra, l’abbraccia fino a farla sua, per paura di separarsi da quello che l’ha sempre definita. Per paura di non essere fedele al vecchio copione.

Qualcuno o qualcosa ha bussato alla finestra.

Sei forse tu?

Ti dicono, “ma che bella che sei”, e non lo sanno che magari sei vestita della tua sofferenza.

E ti uccidi, con quelle semplici parole. Sedimentano nel tuo petto e ogni battito le rimbalza fino a farti sorridere di rimando.

Gli occhi grandi e lucidi, che universo acquoso hai dentro, piccola mia.

Grata che ti abbiano condannata, con quello che credono sia un complimento che la tua mente tende a rafforzare per alimentare il tuo dolore.

Indossi la maschera e sotto sotto vorresti ti vedessero per quello che sei.

Ma tu sai cosa sei?

Perché indossi quella cazzo di maschera?!

Dimmi, ti piaci quando sei brutta, appena sveglia, con gli occhi pesti perché non ti sei struccata il giorno prima, con i peli da fare sulle gambe e sulle cosce?

Con gli occhi grandi e lucidi, sudata fradicia per l’ansia o magari con le dita rovinate a furia di mangiarti le cuticole delle unghie?

Ti piaci quando non c’è nessuno a guardarti?

Ti piaci quando conti le gocce prima di sdraiarti e sprofondare tra i cuscini e dentro di te?

Ti piaci quando ti dai piacere?

Quando preghi la Dea, perché tu in Dio non ci hai mai creduto?

Ti piaci quando ti tiri su i calzettoni fino alle ginocchia?

Il freddo fuori, soffia sulla tua finestra, e sulle tue lentiggini, e non c’è nessuno a seguire la linea della tua schiena.

Ti piaci quando fai cadere le cose, solo per vederle frantumarsi?

O quando ti volti a sorridere allo sconosciuto che ti chiede scusa dopo averti urtata per la strada?

Ti piaci quando arriva l’autunno e ti vuoi solo vestire delle foglie colorate che cadono dagli alberi?

Perché a me sì, piaci.

Vorrei che fosse più semplice separarsi da parti di sé stessi, vorrei rassicurarti a riguardo, e dirti che andrà tutto bene. E mi conosco, lo farò. L’ho già fatto.

Quando mi sono voltata e ho visto i tuoi occhi sotto gli occhiali, tra te e lo schermo del cinema, e mi domandavo se ti stavi facendo la stessa domanda.

Sono forse fuori di testa?

Se la guardi bene, la vita è proprio uno specchio.

Come il Joker che dopo aver guardato il suo riflesso si concede di muovere dei passi di danza in un sudicio bagno.

Sta a te decidere fino a quando è necessario studiare la tua immagine, quello che pensi che gli altri vogliono che tu sia, e sta a te decidere quando puoi far il passo, perché finalmente ti dai il permesso, che ti sposta da dove sei, che ti porta più vicino a ciò che senti d’essere.

 

S.

Leave a Reply