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Non credo che ci sia attività più estranea alla mentalità di una persona asessuale che il mettersi davanti allo schermo di un PC per guardare dei porno. Diciamo che ho una visione un po’ snobistica della pornografia: preferisco guardare i dettagli. Questo, unito alla mia passione per l’umorismo dell’assurdo, mi porta ad apprezzare le piccole cose come i dialoghi fuori sincrono, la sveglia sul letto che dà orari completamente sballati, la lampada senza il filo attaccato, eccetera.

Diversi anni fa, mi avevano proposto di guardare dei filmati porno per ‘guarire’. Io penso di aver sviluppato un modo unico, in quel periodo, per guardare i porno: andavo avanti durante l’azione e guardavo le parti recitate.
Di solito sapevo che avvenisse il contrario.
Le categorie che preferivo erano gli amatoriali e i cosiddetti pickup porn. Quelli, erano seriamente fantastici.

Avendo viaggiato molto in Russia, ho avuto la possibilità di vedere alcune serie che vanno in onda sulla TV locale. Il primo pensiero che viene è di non aver mai visto attori recitare così male ed avere ancora i vestiti addosso dopo 5 minuti di riprese. Figurarsi i porno! Quindi, le mie aspettative sui porno russi erano altissime.
Anni fa, c’era questa mania nei video russi di mostrare ‘la prima volta’, ovviamente solo delle ragazze e altrettanto ovviamente si può stare tranquilli che il titolo non sia del tutto veritiero.
Ho ricercato questo video, ma è stato impossibile recuperarlo. Quindi dobbiamo andare sulla fiducia.
Riassunto delle puntate precedenti: lui e lei sono nudi sul letto, pronti per, ma a lui viene un dubbio: e se non fosse vergine? A parte che, in una situazione reale del genere, lui sarebbe posseduto dal testosterone in un modo tale che l’unica domanda alla quale potrebbe dare risposta sarebbe “in quale provincia siamo oggi”, e non ci sarebbe l’operatore video in camera che disturba un po’ l’intimità di un momento così delicato, ma poi stai ancora a pensare a questo nel 2010? A lei che deve essere vergine e tu che vuoi essere il primo?
Lui sì, ci pensa ancora e quindi dice a lei: “dobbiamo saperlo, chiamiamo il dottore”.
Probabilmente, nella terra di Putin e dei valori tradizionali da rispettare, la sanità funziona in modo esemplare, e, quindi, in tre secondi netti, appare una scena di quelle che non puoi dimenticare: un uomo di mezza età, con i baffi grigi, con in testa una cuffietta monouso di quelle che ti danno quando visiti un laboratorio farmaceutico, un camice altrettanto monouso che dice “salve, sono il dottore”, si avvicina alla ragazza, le guarda tra le gambe, a distanza, e aggiunge, naturalmente rivolto al ragazzo, “congratulazioni, è vergine”. E lascia la scena.
Ammetto che il mio gusto per l’umorismo dell’assurdo abbia detto “bingo!”
Un secondo dopo, mentre quelli scopavano, mi sono messo a pensare a quel tipo. Insomma… anche senza conoscere a fondo i meccanismi che stanno dietro all’industria dello spettacolo russa, possiamo dire che, se a 50 anni fai la parte del dottore in un film porno russo finto amatoriale, forse la tua carriera di attore non sia proprio andata come speravi da giovane.
Cosa dici, a Natale, a casa, quando ti chiedono “come va il lavoro?” “Mah, ho appena preso parte ad un cortometraggio indipendente: parla della scoperta della propria sessualità da parte di due adolescenti”. E tuo zio: “lo so, l’ho visto, complimenti per l’interpretazione”.

I pickup porn, invece, li adoravo proprio perché erano platealmente falsi, insomma, neanche verosimili. Per chiarirsi con chi fa finta di non saperlo, i pickup porn sono video dove, secondo le intenzioni, si rimorchia una ragazza per strada, chiedendole di fare sesso in luoghi e modi da scegliere, talvolta in cambio di denaro.
In questo caso, PornHub metteva on line delle versioni tagliate del video, dove si vedono tutta l’introduzione, e pochi secondi di azione, chiedendoti di acquistare il prodotto premium per vedere il resto.
Ovviamente, a me, andava benissimo così. Avevo tutto il necessario.
Un filmato di questo tipo, tipicamente, si svolge in questo modo: lui incontra lei per strada e le fa una domanda del tipo “che tempo farà stasera? Andrà a piovere?”, poi le chiede “cosa fai nella vita?” (dove la ragazza non può, per ragioni di copione, dire la verità, cioè l’attrice porno, è ovvio), e, circa venti secondi dopo il primo approccio, le chiede “ascolta, ti faresti riprendere in video, mentre scopi con un perfetto sconosciuto, dietro quella siepe di un giardino pubblico della tua città, in pieno giorno, in cambio di 200 dollari?”
“Certo che no, non sono una di quelle”
“250?”
“Ok, ma la siepe la scelgo io”.
La gente che salta queste parti dei video porno (o che, fosse mai, li taglia) non capisce quali forme di arte si perda.

C’è una considerazione che vorrei fare, e non vorrei passare per il solito quarantenne che si ricorda di quando i mulini erano bianchi, ma, secondo me, il modo nel quale un adolescente fruisce del porno, oggi, è decisamente più pericoloso di quando avevo 15 anni io.
Noi dovevamo avere una casa libera (meglio se fornita di videoregistratore) e andavamo in quindici a vedere UN film porno. Ed il rito del porno avveniva una volta al mese.
La compagnia degli amici, faceva da filtro tra quello che usciva dalla TV e quello che veniva ‘immagazzinato’ da quell’adolescente. Per non parlare del modo assolutamente ironico nel prendere la cosa: il tifo per l’attore, le battute sulla ragazzina che somigliava a una delle attrici…
Inoltre, gli attori porno erano visti come attori veri e propri, si pensi a Moana Pozzi che era a tutti gli effetti un personaggio televisivo che veniva ospitato nei talk show. Erano visti come opere di finzione.
Oggi il porno viene fruito da soli. Un quindicenne si ritrova con una quantità di porno enorme a disposizione e nessun filtro.
Inoltre, quei finti amatoriali, senza nessun amico più ‘esperto’ vicino, gli possono far pensare che la realtà sia quella.
E, anche se nella mia generazione nessuno si è sparato in bocca quando lo ha fatto Kurt Cobain, anche gli adolescenti di oggi, come noi, sono in grado di distinguere le cose. Bisogna però stare attenti a non dare la visione di una sessualità malata e farla passare per realtà.

 

ZilRaag

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