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Siamo d’accordo bisogna condannare Genovese se ha stuprato. Però un pizzico di ammirazione egli lo merita: ha scopato una ragazza per 20 ore. Il mio record è 6 minuti”.

E’ questo il contenuto del tweet che Vittorio Feltri ha dapprima pubblicato e poi rimosso dalla sua pagina personale.

Poche, orribili parole che hanno giustamente suscitato la rabbia e l’indignazione di migliaia di utenti, ma che agli occhi dell’ex direttore di Libero non sono sembrate poi così gravi.

Il senso dell’umorismo medio su Twitter è pari a quello di una lumaca bollita” ha infatti twittato Feltri poco dopo aver rimosso il post incriminato.

Nessuna traccia di pentimento vero o presunto:  per il neo eletto consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Milano, quella apparsa sul suo profilo era praticamente solo una goliardata. Poco importa se per far sorridere ə suo seguaci Feltri abbia utilizzato una “battuta” incentrata su un fatto di cronaca a dir poco terribile e drammatico.

 

Cre-azioni

 Ci sono cose che non andrebbero scritte. Anzi, a volerla dire tutta ci sono cose che non andrebbero nemmeno pensate. Ovvio che esiste la libertà di parola e di opinione, ma onestamente parlando credo che a tutto ci sia un limite.

Eh, ma allora non si può più dire niente… Non si può più scherzare su niente…”.

No, assolutamente. Ridere va benissimo e fa pure bene alla salute. Però, ragazzə miə, ci sono cose su cui davvero sarebbe meglio evitare di fare delle battute.

Le parole hanno un peso, un peso enorme, e non possiamo fingere di non essere a conoscenza del loro potenziale distruttivo.

Ogni volta che apri bocca per parlare, ricordati che è con la parola che Dio ha creato il mondo” diceva la vecchia e saggia Bonaria Urrai, l’accabadora protagonista del magnifico romanzo di Michela Murgia.

Pur non essendo credente – perlomeno non nel senso classico del termine – ammetto che questa frase mi ha sempre colpito molto per il suo significato e la sua potenza espressiva.

Con una parola Dio ha creato il mondo. Ma è sempre con una parola che l’essere umano lo può distruggere.

Certo mi si potrebbe obiettare che è perfettamente inutile spiegare un simile concetto a chi ha fatto dell’odio e delle sparate velenose la sua cifra distintiva.

In effetti, è molto probabile che sia così, ma non per questo voglio rinunciare a provarci.

 

Le parole hanno un loro peso

E quindi ecco, eccomi qui, davanti al computer. Le lettere si susseguono una dopo l’altra, tanti piccoli tocchi sulla tastiera, leggeri come pioggia. Come le lacrime che mi stanno sgorgando fuori.

Perché no, non è giusto parlare e ridere della violenza. Non è giusto parlare e ridere dell’abuso subito da qualcunə!

Egregio signor Feltri, io glielo dico chiaro e tondo: lei si congratula con Genovese per aver “scopato” (stuprato!) una ragazza per venti ore.

Io lo scorso anno subii una violenza. Era il 27 settembre 2020. Il corpo di lui mi rimase dentro per non più di due minuti. Due minuti, capisce? Non dieci, non venti. Non venti ore.

Eppure, mi creda, io di quell’esperienza traumatica porto ancora i segni.

E come me li portano tuttə coloro che hanno subito uno stupro, un’aggressione, una violenza.

Per questo, egregio signor Feltri, mi permetto con estrema pacatezza di darle un consiglio spassionato: la prossima volta che penserà di usare i social per diffondere “buonumore”, si faccia prima un esame di coscienza. E rifletta per benino sul peso che hanno le parole.

 

 

Nicole Zaramella

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