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Da qualche anno sui giornali e i media, internazionali e nostrani, ogni tanto spunta fuori il tema dell’asessualità. Ma quanti di voi ne sanno di più?

Dall’anno scorso fra i volontari che organizzano il Milano Pride c’è anche una persona asessuale, e speriamo che da quest’anno nella parata del 28 Giugno ci sarà un presenza ufficiale asessuale. […]

Prima di tutto: cos’è l’asessualità? Chi sono gli asessuali?

Gli asessuali sono persone che non provano attrazione sessuale. L’asessualità è un orientamento sessuale e come tale non è una scelta, come invece può essere il celibato, né un disturbo o una malattia.
Come per l’omosessualità, le prime ricerche effettuate sul tema tendono ad indicare che l’asessualità abbia una base biologica. Gli asessuali sono semplicemente nati così.

Numericamente parlando, gli asessuali sono più di quanti possiate pensare: se consideriamo le statistiche, sappiamo che la popolazione omosessuale si aggira intorno al 20-25% e quella asessuale intorno al 2%. Questo significa che in tutto il mondo ci sono più di 140 milioni di asessuali. Per ogni 100 persone che incontrate, 2 sono asessuali.

Gli asessuali (o “aces” come si chiamano colloquialmente tra loro) naturalmente sono sempre esistiti ma hanno iniziato a ritrovarsi e a formare una loro comunità nell’ultima decina di anni grazie soprattutto ai social network e a internet.
In particolare, la loro aggregazione si deve all’Asexuality Visibility and Education Network (AVEN), il più grande sito informativo e forum dedicato al tema.

A questo proposito, per introdurre il tema nel modo migliore, abbiamo intervistato David Jay, il fondatore di AVEN.

 

Milano Pride: Ci puoi dire se c’è una definizione precisa dell’asessualità?

David Jay: Un’asessuale è una persona che non prova attrazione sessuale. In genere succede che le persone, sia che si trovino in una relazione sia che stiano semplicemente camminando per strada, vedono un’altra persona e provano desiderio sessuale verso di essa. Io, e gli altri asessuali, non abbiamo questo desiderio, ma comunque vogliamo formare una connessione emotiva con altri individui (e questo causa comunque un sacco di drammi!).

 

Milano Pride: Quando hai capito di essere asessuale? C’è un momento particolare che ti viene in mente oppure lo hai sempre saputo?

David Jay: Ho iniziato a definirmi tale quando avevo forse 14 anni. Ricordo che tutti i miei amici parlavano di fare sesso, stavano facendo le loro prime esperienze e i miei genitori, i miei insegnanti, insomma tutti si aspettavano che io facessi lo stesso…era come un diritto dell’età adulta ma io non sentivo questo bisogno, non riuscivo a relazionarmi con quello di cui parlavano. Così per tanto tempo pensai di essere “rotto”, e iniziai ad usare la parola “asessuale” per descrivermi, ma pensavo che fosse un problema, come una specie di malattia. E sono passati molti anni prima di accettare il mio orientamento e me stesso.

 

Milano Pride: In effetti questo è il percorso che molti asessuali fanno ancora adesso…ma dobbiamo dire che grazie ad AVEN le cose stanno migliorando!

David Jay: Sì! Prima di AVEN era molto diverso, mi sentivo molto solo e volevo incontrare altre persone come me, e questo è il motivo per cui ho fondato il sito. Volevo qualcuno che mi dicesse che fosse ok.

 

Milano Pride: E hai fatto uno splendido lavoro! L’asessualità è ancora un tema relativamente sconosciuto per molti. Come fai a spiegare un tema così complicato a chi lo ignora completamente?

David Jay: La prima cosa da fare è riferire loro la stessa definizione che ho detto prima, e poi prepararsi a rispondere a molte domande. È una cosa che confonde molto le persone che provano desiderio sessuale. Ci sono essenzialmente due cose da raccontare: le persone prima di tutto sono curiose di sapere come funzionano i nostri corpi, e faccio in modo di dire loro che noi proviamo comunque eccitazione sessuale ma non attrazione sessuale, ma che comunque proviamo altri tipi di attrazione (come quella romantica). L’altra cosa da raccontare è parlare della propria storia emotiva. Di come ho fatto fatica a trovare una connessione con un mondo dove spesso si pensa che il sesso e l’intimità siano la stessa cosa. E di come, assieme a molte altre persone, ho trovato il modo di farlo.

 

Milano Pride: Molte persone che non riesco a comprendere il concetto di asessualità di solito pensano che gli asessuali siano malati, che ci sia qualcosa di fisicamente sbagliato in loro. Infatti, l’asessualità era spesso confusa con un disordine (disturbo del desiderio sessuale ipoattivo) dalla comunità medica e psichiatrica. Tuttavia, nell’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disordini Mentali, è stato finalmente specificato che l’asessualità non è un disturbo.
È di sicuro un passo nella direzione giusta!
[Ricordiamo ai nostri lettori che l’omosessualità è stata tolta dallo stesso Manuale solo nel 1987].

David Jay: Infatti! È un grande passo, e penso che il lavoro che stiamo facendo per promuovere l’educazione e la conoscenza dell’asessualità sia una grande parte di ciò che porta a questi risultati.

 

Milano Pride: Parliamo della discriminazione. Gli asessuali vengono discriminati o sono vittime di bullismo? La discriminazione è sempre il prodotto dell’ignoranza e della paura di ciò che è diverso…e come altri membri della comunità LGBT, gli asessuali si trovano di fronte a problemi di questo tipo.

David Jay: In effetti è uscito uno studio che dice che gli asessuali si trovano di fronte alle stesse identiche problematiche affrontate da membri delle comunità LGBT. [“Intergroup bias toward ‘Group X’: Evidence of prejudice, dehumanization, avoidance, and discrimination against asexuals”, di Cara C. MacInnis e Gordon Hodson, 2012]. Qualche volta è anche successo che alcune persone LGBT abbiamo discriminato persone asessuali, proprio perché non riescono a comprendere l’idea di asessualità. Tuttavia, essendo persone che hanno lottato per il diritto di avere una vita secondo le loro condizioni, non appena capiscono che anche noi stiamo lottando per la stessa cosa allora si forma un’alleanza potente.

 

Milano Pride: Cosa puoi dirci della presenza asessuale durante i Pride nel mondo?

David Jay: Tutto è iniziato pochi anni fa…stavamo guardando la parata e volevamo partecipare. E così ci siamo iscritti e abbiamo partecipato alla marcia, anche se all’inizio ci guardavano un po’ straniti perché la gente non sapeva bene come comportarsi con noi. Tuttavia dopo un anno o due ci hanno accolto a braccia aperte e la cosa più bella è che l’esperienza ci ha unito moltissimo.
E così abbiamo iniziato a fare un barbecue nel mio giardino il giorno prima della parata per preparare i cartelli e le altre cose, ma alla fine è arrivata così tanta gente per parlare che la mia casa è diventata troppo piccola e così ora affittiamo uno spazio conferenze per l’intera giornata! Ora ci sono conferenze come la nostra dappertutto! Quindi le cose si sono sicuramente evolute.
In Europa so che c’è stata una presenza asessuale al Pride di Londra e Berlino.

 

Milano Pride: Noi di Milano speriamo di avere una presenza ufficiale asessuale al prossimo Pride.
Qualche consiglio?

David Jay: Meraviglioso! Preparatevi ad avere materiale informativo, noi avevamo preparato dei volantini e degli adesivi. È molto divertente ed emozionante partecipare a queste esperienze, vedere la gente che fa il tifo per te…inoltre aiuta a mettere la comunità asessuale sul radar e permette a tutti di vedere che siamo presenti anche noi.

 

Milano Pride: In effetti, la cosa più importante è educare e portare visibilità. Grazie ad internet, l’asessualità sta iniziando ad essere conosciuta, soprattutto grazie ad AVEN.

David Jay: La cosa più importante che AVEN fa è quella di essere posto sicuro dove gli asessuali possono interagire tra loro e capire loro stessi, scoprire le loro sfumature. Le persone possono condividere le proprie esperienze e incontrare persone con una storia simile alla loro. È un posto che aiuta le persone a capire di non essere sole e penso che questo sia stupendo. Naturalmente, facciamo anche molta propaganda e intraprendiamo iniziative politiche, ma penso che l’aspetto più importante di AVEN sia la sensazione di comunità.
Ricordo che nel 2005, quando abbiamo iniziato a partecipare ad alcune trasmissioni televisive, appena dopo la nostra apparizione in TV avevamo queste grosse ondate di nuovi iscritti al forum che ci dicevano quanto quello che stavamo facendo importasse per loro. Un’esperienza incredibile!

 

Milano Pride:  Qual è il futuro per AVEN?

David Jay: Penso che ci divideremo in sottosezioni regionali. Per ora interagiamo per lo più online, ma penso che questo cambierà, iniziando appunto con le parate e le conferenze, fino a quando ogni città avrà un luogo fisico dove gli asessuali possano supportarsi e ritrovarsi. Questo sarà soprattutto importante per le persone più anziane e per coloro che non hanno un facile accesso alle tecnologie.

 

Milano Pride:  Buona fortuna ad AVEN e a tutta la comunità asessuale allora! Grazie mille per l’intervista.

David Jay: Buona fortuna a voi! Grazie per persistere nelle vostre attività!

 

[…]

Per saperne di più vi invitiamo a rivolgervi all’Asexuality Visibility and Education Network:

AVEN: www.asexuality.org
AVEN Italia: www.asexuality.org/it

 

fonte: www.milanopride.blogspot.co.uk