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Caro lettore ti scrivo di nuovo per continuare a raccontarti la mia esperienza e per aiutare me stessa ad affrontare le mie paure.

Va avanti così la mia vita, ormai da parecchi anni. Non riesco ad affrontare la mia “natura”, non mi accetto e lotto contro me stessa ogni giorno.
In effetti vi starete chiedendo come faccio ad essere ancora in piedi? Bhè …diciamo che l’anno scorso il vaso stracolmo di paure, dubbi e frustrazioni è stra-stra-ripato!! Ho fatto il botto: attacchi di panico così forti e così brutti da non riuscire più a fare nulla né tantomeno a stare con qualcuno; problemi di salute diciamo vari, indicativi di uno stress psicofisico a livelli un po’ troppo alti. Il mio corpo è crollato, seguendo la mia mente “esaurita”.

Mi sono ripromessa di vivere!
Anche quando, a 18 anni, mi ero fatto sulla spalla un tatuaggio mi ero ripromessa di vivere. Per questo sono riuscita a recuperare le forze e tornare a galla. Io voglio viverla la vita!!

Anni fa, quando mia madre diceva che ero malata, si riferiva ai miei sentimenti “inadatti” verso Angela, e non al fatto che svuotassi un frigorifero per una famiglia da 4 persone da sola, nemmeno alla mia bulimia e alla depressione. I miei genitori non mi hanno voluto portare in nessun centro per problemi alimentari, nonostante ne avessi davvero bisogno e glielo chiedessi con tutta me stessa. Mi convinsero che era meglio risolvere in casa i nostri panni sporchi. Il metodo erano dei lucchetti per chiudere il frigo e le credenze. Credevano di aver fatto la scelta migliore per me (o per loro?).

Mi sentivo un animale malato in una casa che era la mia prigione. Ancora oggi, quando vado a trovarli, stare lì mi mette sempre un po’ d’ansia. Il ricordo di quegli anni non se n’è andato anche perché loro lo alimentano trattandomi sempre allo stesso modo: «mangia quello!» «dai vuoi anche questo» «guarda che ti fa bene!»…

Apro una parentesi: i miei genitori sono due persone depresse e senza amici, tant’è vero che richiedono a me e a mio fratello il rapporto di amicizia che secondo loro gli spetterebbe, da sempre! E io, in tutto ciò, continuo a seguirli nel loro gioco malato. Troppo spesso ho creduto che loro sappiano meglio di me quello che è giusto fare.

Forse continuo a non accettarmi perché la prima omofoba sono proprio io. «io non sono come le altre» «io non sono così lesbica!». Questo è quello che mi passa per la mente. Ed è per questo motivo per cui sono riuscita a perdere l’amore prima di Marianna, poi di Giovanna e anche di Sabrina…
Il dolore di rendersene conto solo ora e non poter fare più nulla è grande …a volte anche un po’ troppo devo ammetterlo.

Alice

 

< prima parte
terza parte >

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