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Sono Franco, ho 27 anni, faccio il web designer e, tra le altre cose, mi piacciono i maschi, e ho sempre saputo di essere gay.

Personalmente, mi ci è voluto un po’ per rendermi conto ed essere sicuro del mio orientamento. Mi sono sempre infatuato dei miei coetanei maschi e non mi è mai successo di prendermi una sbandata per una bella ragazza.
È difficile avere la certezza di un lato così importante di se stessi quando si è molto piccoli e non ci si conosce appieno. In più non aiuta il fatto che questo argomento nella maggior parte delle famiglie sia tabù e che non esistano molti esempi di omosessuali dichiarati nel mondo di adulti che ci circonda.

Ovviamente, oltre ad essere gay, io sono anche molte altre cose. L’omosessualità non fa di un ragazzo o una ragazza una persona completamente differente dai propri coetanei. Siamo semplicemente giovani (o adulti) comuni, con un orientamento sessuale “minoritario”.

Avevo 9 anni. Facevo le elementari. Completamente ignaro di cosa fosse la sessualità; ero troppo piccolo per avere questo genere di “emozioni”. Eppure, già allora, non giocavo a pallone con gli altri maschietti, ma preferivo la compagnia delle ragazze e dei pochi coetanei che di giocare a palla non ne facevano un’ossessione. Non che questo sia un chiaro segnale premonitore, ma, col senno di poi, mi dico che qualcosa doveva già esserci.
Un episodio un po’ più chiaro, invece, potrebbe essere quando ho chiesto a Babbo Natale di portarmi “Gira la moda”! Proprio un gioco “tipicamente maschile”. Ti permetteva di disegnare a carboncino piccole donnine con tanti outfit differenti. È stato il gioco più ambito dei miei 12 anni. E non ero assolutamente una ragazzina nata “nel corpo sbagliato”. Anzi! Sono ed ero perfettamente in armonia con il mio genere. Oltre a giocare a “Gira la moda” e disprezzare il calcio, infatti, mi divertivo con il modellismo e i giochi di lotta delle prime console.
Essere gay non significa essere effeminato.

A quell’età, comunque, mi era già tutto abbastanza chiaro. Con l’inizio delle medie, cominciarono anche le prime pulsioni sessuali, gli sbalzi ormonali e i sogni e le fantasie erotiche. So che può sconvolgere qualche genitore che vedrebbe più volentieri i propri figli come figure angeliche almeno fino ai 20 anni; però non è così.
All’epoca ero completamente consapevole del mio orientamento, d’altronde, come non esserlo: mi innamoravo e mi attraevano solo i maschi. Non ci sono tante domande da farsi e nemmeno ci sono soluzioni alternative. Anche se ho provato a trovarne!
Pur di non dovermi dichiarare in famiglia stavo progettando di farmi prete. Il mio obiettivo era diventare il miglior prete che potessi essere e passare la vita in missione in Africa per aiutare le popolazioni in difficoltà, oppure dedicarmi al soccorso delle prostitute e combattere i loro papponi con l’uso della parola. Sarei stato un ottimo prete!
Invece no… col tempo ho capito che questo non era il miglior progetto di vita cui potessi aspirare. All’epoca non si parlava ancora di unioni civili e matrimoni tra persone dello stesso sesso, però avevo trovato la mia fantasiosa alternativa. Volevo sposarmi con una ragazza lesbica e vivere in una grande casa composta di due appartamenti insieme ai nostri reciproci partner. Saremmo stati la prima grande famiglia allargata omogenitoriale. Complicato, ma non si può dire non sia originale!

In effetti, ho sempre sognato di costruire un mio nucleo familiare. I miei genitori non sono mai stati molto espansivi o molto uniti né tra loro, né tantomeno coi figli. Si sono separati e lasciati quando ero poco più grande e andavo alle superiori. Inutile dire che sia stato un duro colpo.
Forse per questo ho sempre voluto costruire una famiglia forte, salda, stabile e piena di amore. Non ci sono ancora riuscito, ma è sempre un mio punto fermo.

Da piccolo sognavo di diventare padre e di vivere per sempre insieme al mio compagno e alla nostra famiglia una vita tranquilla, come nei telefilm. Oggi “cerco” un compagno per la vita, anche se è molto difficile trovare la persona giusta. Con lui vorrei creare questa famiglia e fra qualche anno iniziare a pensare anche ad avere dei figli. Ho sempre sostenuto che l’adozione sia una meravigliosa forma d’amore: dare una casa, un’opportunità, delle prospettive e tanto affetto a dei bambini a cui la sorte ha tolto tutto. Ed è questo che voglio fare quando sarò più grande, quando sarò pronto e maturo, in grado di sostenere e crescere dei piccoli uomini e donne per tutta la loro vita.

 

Franco