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In relazione alle notizie che, sempre più frequentemente, affollano la stampa, circa la cosiddetta “famiglia naturale”, Famiglie Arcobaleno, l’associazione nazionale dei genitori omosessuali e transessuali, rileva quanto segue.

Non è vero, come dato per assunto ieri dal Comune di Verona, nell’approvazione dell’Ordine del Giorno 426, che «La famiglia formata dall’unione di un uomo e una donna è l’unica istituzione in cui può nascere una nuova vita». La famiglia “nucleare”, formata da una mamma, un papà e uno o più figli, rappresenta certamente una realtà fattuale ma altrettanto certamente non è l’unica né può essere esclusiva.

La generatività risiede infatti, prima ancora che nelle capacità riproduttive dei singoli o delle coppie, nel cuore, nel cervello e soprattutto nella responsabilità assunta verso i nati o i bambini adottati. Prima che nelle capacità riproduttive, la genitorialità oggi è essenzialmente un progetto umano, che sempre più frequentemente non ha nulla a che vedere con la natura: sono decine di migliaia le persone nate in Italia grazie a tecniche di procreazione assistita, fra cui quelle concepite grazie al dono di gameti esterni alla coppia.

Chi fa la guerra alle famiglie omogenitoriali, fa la guerra alle famiglie adottive, formatesi sull’assunzione della responsabilità e sulle leggi, che di naturale non hanno alcunché.

Chi fa la guerra ai figli delle coppie omosessuali, fa la guerra a milioni di bambini e ragazzi che crescono sereni e felici in tutto il mondo occidentale.

Chi fa la guerra ai figli nati grazie alla procreazione assistita, fa la guerra ai bambini delle coppie infertili eterosessuali, sempre più in aumento.

Chi fa la guerra a noi, fa la guerra al mondo che cambia inesorabilmente: un mondo che si costruisce sulla libertà e la responsabilità personali e non più su ideologie ipocrite e stantie o sulla legge dei Padri controllori.

Che la genitorialità e la generatività responsabili, altruistiche e condivise siano un’esperienza altrettanto degne della famiglia con genitori di sesso diverso è dimostrato da numerosi modelli famigliari che oggi si esprimono nelle nostre società: una mamma, due papà, due mamme, due mamme e un papà, due papà e una mamma, due mamme e due papà e così via. Senza dimenticare tutte quelle famiglie con genitori divorziati, separati, risposati, ecc…

Questi altri modelli, sempre più numerosi rispetto alla famiglia “nucleare” hanno meno diritto di esistere per alcuni, ma hanno altrettanto diritto di essere rappresentate dalle leggi e dalla cultura poiché genitorialità e generatività sono, esattamente come scritto nell’Ordine del Giorno del Comune di Verona in relazione alla famiglia “nucleare”, «preesistenti allo Stato».

Lo Stato ha pertanto il compito di normare i diritti ed i doveri anche per queste nuove famiglie, poiché un diritto che si fermi alla normazione di famigliarità esclusivamente “nucleari” è un diritto monco ed invalido, come dimostrato, in modo molto naturale, dalle nostre figlie e dai nostri figli, concepiti e venuti al mondo nell’amore di una famiglia in cui il maschile ed il femminile non sono la proiezione di un modello unico ma realtà biologiche intelligenti, pensanti, consapevoli, responsabili, amorevoli.

È dimostrato, non da noi ma dalla natura stessa, come quanto proposto dal Comune di Verona nel proprio Ordine del Giorno sia irricevibile. Così come formulato ed espresso, l’Ordine del Giorno rappresenta null’altro che il tentativo, da parte dei suoi estensori e firmatari, di istituzionalizzare una concezione personale della vita e delle relazioni che ostacoleremo con ogni mezzo pacifico a nostra disposizione.

 

giuseppina la delfa
presidente@famigliearcobaleno.org
associazione genitori omosessuali
www.famigliearcobaleno.org

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